REDAZIONE SIENA

Ladro di bici e attrezzi. Scatta il divieto di tornare a Siena per quattro anni

L’uomo era stato sorpreso in via della Mercanzia a Isola d’Arbia. Volto travisato da uno scaldacollo. Trovato con la refurtiva in mano.

L’uomo era stato sorpreso in via della Mercanzia a Isola d’Arbia. Volto travisato da uno scaldacollo. Trovato con la refurtiva in mano.

L’uomo era stato sorpreso in via della Mercanzia a Isola d’Arbia. Volto travisato da uno scaldacollo. Trovato con la refurtiva in mano.

di Laura ValdesiSIENANon potrà tornare a Siena per i prossimi quattro anni il ladro di biciclette e di attrezzi da lavoro trovato in via della Mercanzia, a Isola d’Arbia, nelle prime ore di domenica. Arrestato in flagranza dalle Volanti della polizia, come anticipato da La Nazione, mentre aveva ancora in mano la refurtiva. Questa la risposta del questore Ugo Angeloni all’ennesimo blitz dei malviventi che arrivano da fuori Siena, colpiscono e se ne vanno. Una misura di prevenzione, lo stop per 4 anni dal ritorno a Siena, scattata dopo che l’uomo era stato accompagnato nel carcere di Santo Spirito e l’arresto convalidato dal giudice. Quindi il ladro era stato rimesso in libertà. Con obbligo di dimora a Roma e divieto di uscire dalle 22 alle 7 e obbligo di firma alla polizia giudiziaria lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Intanto la refurtiva è stata restituita ai proprietari. Il 36enne, che vive in un campo nomadi a Roma, nato in Italia di etnia bosniaca ma apolide, ha un lungo elenco di precedenti specifici.

Tutto era iniziato quando, verso le 3.40 di domenica, le volanti stavano controllando le zone periferiche di Siena. Transitando in via della Mercanzia, a Isola d’Arbia, hanno notato un uomo con il volto parzialmente travisato e un borsone in mano. Ha provato a mimetizzarsi abbassandosi in modo da nascondersi dietro lo sportello aperto ma gli agenti si sono subito avvicinati per capire cosa accadeva. L’hanno identificato perquisendo l’auto. Con successo. Dal furgone sono saltati fuori arnesi da scasso come tenaglie, cacciaviti, chiavi combinate e anche due targhe contraffatte su cui erano state modificate le cifre mettendo un numero falso con nastro bioadesivo. Nel furgone anche attrezzi da lavoro come trapani, mola, batterie e avvitatore. Più una borsa rossa e una bicicletta elettrica. Un bel bottino. Subito rintracciato il proprietario della due ruote, che abitava proprio in via della Mercanzia, e poi quello degli attrezzi. Si trattava del dipendente di una ditta che aveva posteggiato in quella strada il furgone dell’azienda. Quando il 36enne è stato accompagnato in questura sono spuntati diversi alias, nomi falsi, oltre che vari precedenti di polizia.