ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Pd, ancora divisioni sulla capogruppo. Mazzarelli: "Colpevole di fare opposizione"

Critici I nuovi democratici: "Partito prigioniero di correnti e veti incrociati"

Giulia Mazzarelli, capogruppo Pd

Giulia Mazzarelli, capogruppo Pd

Non si placa il subbuglio all’interno della polveriera Pd, dopo l’annuncio che lunedì quattro consiglieri comunali su cinque hanno chiesto la convocazione del gruppo per la sostituzione di Giulia Mazzarelli, capogruppo, con Anna Ferretti. Una frattura che arriva da lontano e che ora ha trovato l’apice e provoca altri sommovimenti interni. Se l’ex segretario Simone Vigni ha accusato apertamente i quattro consiglieri - e la maggioranza del partito - di "trasversalismo", anche la diretta interessata osserva che "il passo indietro che mi è stato chiesto dal ruolo di capogruppo da parte degli altri consiglieri non esprime alcuna progettualità. Il mio impegno è finalizzato a rendere ancora più combattiva la minoranza ricercando dialogo e collaborazione con gli altri gruppi consiliari, le forze politiche del centrosinistra, le organizzazioni sindacali. Se sono questi gli addebiti allora ammetto di essere colpevole", osserva Mazzarelli. Che conferma di non avere alcuna intenzione di dare le dimissioni "che mi sono state chieste con insistenza".

Ma a riprova che le divisioni interne del Pd sono una delle poche certezze che la politica cittadina ci riserva, ecco la nota de ’I nuovi democratici’, l’area cha fa riferimento tra gli altri a Fiorino Pietro Iantorno, uno degli aderenti al Pd nel periodo del commissariamento che aveva appoggiato la segretaria Salluce. L’idillio è finito da un pezzo, le posizioni ora sono radicalmente divergenti anche sul caso Mazzarelli. "Il Pd – si legge nella nota – appare ancora prigioniero di dinamiche interne, di correnti e di veti incrociati, che ne indeboliscono l’azione politica e ne frenano il rinnovamento. La recente elezione della segretaria Salluce avrebbe potuto rappresentare l’occasione per rilanciare il partito in un’ottica di rinnovamento dei gruppi dirigenti". E invece, prosegue la nota, "non si intravede nella sostanza il rinnovamento tanto atteso".

E poi il caso Mazzarelli: "Cambiare un capogruppo è un atto legittimo. Ci si aspetterebbeto però motivazioni politiche precise". E invece è "difficile comprendere quale sia oggi la linea politica del gruppo consiliare". Morale, "assistiamo a dinamiche interne che rischiano di allontanare ulteriormente i cittadini dalla politica e dal Pd. Le recenti scelte ci sembrano orientate più alla conservazione di assetti interni che alla costruzione di un progetto politico ampio e condiviso".

O.P.