L’abbraccio della Tartuca e di Siena a Laerte. Ciotti: "Un vuoto enorme, siamo annichiliti"

Il feretro ieri è arrivato alle 16 nella camera ardente allestita dentro il museo della Contrada davanti al Palio Straordinario. Il ricordo dell’amico del cuore Matteo Pagliantini. Tempesta: "Aveva la parola giusta al momento giusto". Il saluto dei tifosi.

L’abbraccio della Tartuca e di Siena a Laerte. Ciotti: "Un vuoto enorme, siamo annichiliti"

L’abbraccio della Tartuca e di Siena a Laerte. Ciotti: "Un vuoto enorme, siamo annichiliti"

di Laura Valdesi

SIENA

Silenzio. Quello, surreale, che avvolgeva Castelvecchio domenica sera. Identico al dolore muto scritto sul volto degli amici e dei tartuchini, dei tanti senesi, che hanno atteso ieri l’arrivo del feretro di Laerte Mulinacci. ’L’Omone’, per gli amici come Matteo Pagliantini, che qualche ora prima aveva scritto un ricordo toccante pubblicato sul sito della Tartuca. "Non gli diciamo ’addio’, a quel moro dagli occhi scuri alto e dalla camminata scoordinata, gli diciamo ’Ciao ci si vede su domani’. E domani penseremo che sia solo un ritardo, come sempre, avrà fatto uno di quei suoi pisolini che vanno un po’ lunghi. Ciao Omone, ci si vede su, se non è domani sarà un altro giorno", scrive Pagliantini. Parole messe nel cassetto del cuore da chi apprezzava e amava quel giovane uomo, dottorando all’Università di Firenze, che se n’è andato troppo presto in un incidente assurdo che ha mozzato il fiato alla città. A una Siena che, silenziosa, ha atteso prima l’arrivo del feretro di Laerte, ieri alle 16. Poi si è stretta ai genitori, Lorenzo, il ’capo’ del Fedelissimi, e la moglie Senia. Con un abbraccio sincero per tentare di lenire una sofferenza impossibile da esprimere a parole. E che sarà difficile da affrontare. Nella camera ardente allestita nel museo della Tartuca, davanti ai Drappelloni vinti dalla Contrada nel 2009, nel 2010 e poi quello dello Straordinario 2018 che lo avevano riempito di gioia, il feretro con la bandiera della sua seconda famiglia. Quella tartuchina, naturalmente. C’erano tutti ad attenderlo. Da ex bianconeri come il giocatore Paolo Negro ai dirigenti delle altre Consorelle, agli amici con cui aveva condiviso sin da piccolo le trasferte delle Robur e le gare al ’Franchi’.

"Era una persona di livello con cui avevi piacere di confrontarti, che tu avessi 60 anni oppure fossi più giovane. Oltre che un punto di riferimento per la Contrada. Un vuoto esagerato, siamo annichiliti", dice il priore Simone Ciotti. "Tanti i ruoli ricoperti, in questo mandato era delegato della Compagnia di Porta all’Arco, i ragazzi gli volevano un mondo di bene", aggiunge annunciando "che la Contrada sarà ben presente anche in futuro". E lo ricorderà come si conviene ad un figlio. "La Tartuca è una grande famiglia, tutta insieme troverà la forza per superare questo momento difficile", il messaggio inviato ai ragazzi di Porta all’Arco che Laerte seguiva. E ancora: "Nel suo ricordo ci ritroveremo sempre uniti, ma oggi più che mai abbiamo tutti il dovere di tenerlo vivo. E per farlo non abbiamo altra scelta che ripartire dagli ideali che vi ha trasmesso e dai luoghi che vi insegnava ad amare".

A salutare Laerte, che si era laureato in Storia e Filosofia a Siena con 110 e lode, anche tanti volti del mondo del Palio. "Su quelle spalle, quando mi portava in San Domenico dopo la vittoria dello Straordinario, mi sentivo ancora più in alto", ricorda Tempesta. Mulinacci era infatti guardiafantino in quella Carriera. "Una persona che aveva sempre la parola giusta al momento giusto – aggiunge Tempesta –; rammento che lo prendevo in giro in quei giorni per i suoi piedi giganti". Tantissimi i messaggi di vicinanza alla famiglia, compreso quello del segretario regionale e rappresentante legale del sindacato Nursing up Toscana Nicola Lunetti che si è stretto "al dolore della nostra amata e rispettata infermiera e sindacalista Senia".