PAOLA TOMASSONI
Cronaca

"La mission antropologica. Narrare per immagini"

Proclamazione del rettore Di Pietra e laudatio del professor Mugnaini .

Prof Fabio Mugnaini

Prof Fabio Mugnaini

A dare il benvenuto, come anche a proclamare il ’nuovo alumno’ dell’ateneo, è stato il rettore Roberto Di Pietra, che ha introdotto il "maestro della rappresentazione antropologica della fotografia, autore di immagini iconiche che sopravvivono all’oblio nella memoria collettiva, una su tutte ’the afghan girl’. Viviano in un mondo - dice il rettore – che produce, condivide e consuma foto, eppure solo una piccola percentuale resta nella memoria. Oggi nell’abbondanza la rarità nasce dai contenuti: quelle di McCurry sono immagini che cristallizzano momenti della nostra storia. La sua è un’opera antropologica culturale. Molte di queste foto rappresentano momenti legati ad attività che all’essere umano riescono meglio, la guerra e la violenza. Grazie a Steve McCurry per quanto ha saputo raccontare a noi della nostra umanità".

Quindi il professor Francesco Marangoni, direttore del Dipartimento che ha proposto la laurea ad honorem, ha evidenziato il "contributo significativo allo sviluppo di questioni antropologiche relative al mondo contemporaneo, colto nelle sue più profonde contraddizioni. Angoli di mondo e condizioni di vita vengono portati all’attenzione del vasto pubblico grazie al sapiente uso del mezzo fotografico, rendendo la qualità estetica lo strumento primario per impattare l’immaginario globale e mediatico".

Coinvolgente ed appassionata la laudatio del professor Fabio Mugnaini, docente di Discipline antropologiche: "Del suo modo di rapportarsi alla fotografia, sarà lo stesso McCurry a fornire, nel 2016, una interpretazione autentica: un narratore, un narratore per immagini, non un fotogiornalista, né un etnografo visivo. Intende essere considerato come un narratore, invece, che si prende la libertà di cogliere momenti, luci, colori, eventi, del tempo e del mondo in cui si trova a vivere, per produrne un’immagine da offrire alla altrettanto libera e creativa lettura da parte dei suoi fruitori".

Il professor Mugnaini si sofferma poi sui volti ritratti da McCurry: "Bambini, vecchi, donne e uomini di straordinaria bellezza o bruttezza, senza traccia di dismorfofobia, rughe e occhi, pervadono gli album di McCurry. Il volto è l’interfaccia con cui ciascuno di noi interagisce con chiunque altro, a noi somigliante o dissimile; in ogni volto si rinnova la magia dello sguardo che McCurry chiede, ruba forse, diretto sfrontato e lo trasmette. Lui guarda qualcuno che poi, e per sempre, guarderà noi. McCurry è un mediatore; è un tessitore di relazioni impossibili, un traduttore di esperienze".