Invaso in Pian di Goro: no di Casole

Riaffiora una questione che già nel 2017 aveva creato scompiglio e generato un movimento di contrari

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Casole si oppone all’invaso. Riaffiora sul territorio casolese una questione che già nel 2017 aveva creato scompiglio facendo organizzare al comitato civico Difensori della Toscana una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realizzazione di un invaso che sorgerà nella vallata casolese in cui il fiume Cecina scorre.

"Siamo ancora nella fase di verifica e di analisi, ma c’è già uno studio di fattibilità – afferma il sindaco di Casole Andrea Pieragnoli – sotto il profilo della qualità ambientale questa è una scelta sbagliata. Il progetto prevede un invaso in Pian di Goro, che andrà ad insediarsi in una delle zone più belle e caratteristiche del fiume Cecina. È anche l’area del Masso delle Fanciulle e del Pozzo degli Specchi, una zona apprezzata in tutto il mondo. Paesaggi fotografati da riviste internazionali, luoghi unici sotto il profilo naturalistico e paesaggistico. La nostra idea è quella di cerare proprio in quella zona un’area protetta, è un dono del mondo da tutelare". La storia di un invaso per risolvere il problema della siccità in Valdicecina ha origini lontane. Tutto inizia nel 2009 quando fu declamato ai quattro venti che era stato raggiunto l’accordo per un invaso in località Puretta, un intervento finanziato sia da risorse pubbliche che private. "Con il progetto del 2009 – continua Pieragnoli – sarebbero stati risolti tutti i problemi della bassa Val di Cecina e raggiunto un accordo anche con il gestore delle fonti idriche della Val di Cecina. Avrebbe anche risolto un problema di degrado di quell’area. Poi, di punto in bianco, senza un confronto, è stata cambiata l’area dove realizzare l’invaso, passando da Puretta a Pian di Goro". Il grande lago artificiale sarà da 20 milioni di metri cubi di acqua nei pressi delle frazioni casolesi di Monteguidi e Mensano. La giunta regionale nel 2017 ha approvato una proposta di legge che inserisce il bacino fra le infrastrutture "necessarie e indispensabili" per combattere la siccità, finanziate da un fondo di 200 milioni presso l’Autorità idrica della Toscana. L’invaso sorgerebbe vicino al ponte sulla provinciale 27 ed il progetto prevede il blocco dell’acqua prima del ponte e, successivamente, un ampliamento con cui il bacino sommergerebbe decine di ettari di terreno.

"In tutto il corso del fiume si va a prevedere un intervento che andrà a deturpare la natura, una scelta scellerata, lo dico da un punto di vista di attenzione verso il nostro territorio – ha concluso Pieragnoli – A Puretta andava bene non avrebbe interferito con zone a rilevanza naturalistica, avrebbe anche migliorato l’assetto fluviale molto degradato. Ora si va a deturpare una zona meravigliosa".