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In vendita il palazzo della Stufa secca La Banca d’Italia a caccia di investitori

Appena chiusa la partita per le Papesse, si apre quella per il complesso immobiliare in pieno centro storico. Non esiste base d’asta. Il prezzo considerato congruo sarà valutato dopo la presentazione delle offerte

Appena chiusa la partita del palazzo delle Papesse, acquistato dalla Dalì Universe che già vi aveva allestito la mostra temporanea, ora la Banca d’Italia apre il fronte dell’altra sua sede senese, con la pubblicazione dell’avviso di vendita del palazzo nella Stufasecca. Un luogo per cui era stata valutata a fondo il possibile trasferimento del comando provinciale dei Carabinieri, poi sfumato, e che ora finisce sul mercato anche con la formula della possibile suddivisione in due lotti.

Il lotto A riguarda i circa quattromila metri quadri a uso prevalentemente direzionale, il lotto B i 616 metri quadri a destinazione residenziale. Ci sarà tempo per presentare le offerte fino all’11 ottobre, con la formula già seguita per le Papesse: non esiste base d’asta, il prezzo considerato congruo verrà stabilito dopo la presentazione delle offerte e prima dell’apertura delle buste. Previsto il versamento di un deposito cauzionale di 120mila euro per il lotto A e 30mila per il lotto B (ovviamente 150mila per l’intero complesso).

Potrebbe così trovare una nuova destinazione un altro dei grandi contenitori del centro storico vuoti da anni, peraltro in un’area che ha all’orizzonte anche una seconda grande novità: con il trasferimento del poliambulatorio Asl in viale Sardegna, nella sede mai nata della Provincia, si libererà un immobile che nei progetti dell’Azienda sanitaria ospiterà nuove abitazioni.

Resta da capire ora chi si farà sotto per l’ultima sede della Banca d’Italia, l’edificio realizzato negli anni ’80 su progetto dell’architetto Enzo Zacchiroli e che ingloba anche l’ottocentesca palazzina Nava, sottoposta a vincolo di interesse storico-artistico. Sul palazzo delle Papesse è stata confermata un’operazione già avviata, con l’esposizione su Salvador Dalì che a questo punto potrebbe diventare permanente, in una delle vie principali del centro storico. L’edificio della Stufasecca invece ha tutt’altre caratteristiche, accessibile anche da via Pian d’Ovile dove si affacciano gli ingressi all’autorimessa.

Difficile per il momento capire chi possa essere interessato a un edificio così importante, in particolare per la parte attualmente a destinazione direzionale. A meno che non venga messo in cantiere un progetto più ampio con l’obiettivo di chiedere una variazione al Comune per le destinazioni. Ma al momento, con tre mesi per la presentazione delle offerte, il tema è tutto da sviluppare. Il futuro del complesso immobiliare resta ancora tutto da scrivere.

Orlando Pacchiani