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Morte di Yuleisy, parla l’arrestato. Martedì l’interrogatorio dal giudice. E’ accusato di averla uccisa

L’inchiesta non è ancora chiusa. I difensori del 27enne colombiano valuteranno le mosse

Luis Fernando Porras Baloy il 10 agosto scorso. sale sulla volante della questura

Luis Fernando Porras Baloy il 10 agosto scorso. sale sulla volante della questura

di Laura ValdesiSIENAL’arresto, a sorpresa, venerdì pomeriggio. Martedì invece Luis Fernando Porras Baloy, 27 anni, tornato in cella perché accusato dell’omicidio della compagna 33enne Yuleisy Manyoma Casanova, si presenterà davanti al gip Andrea Grandinetti per l’interrogatorio di garanzia. Sabato, dopo l’esecuzione della misura cautelare da parte della squadra mobile che ha condotto l’inchiesta, ha incontrato a Santo Spirito uno dei difensori, l’avvocato Leandro Parodi che lo assiste insieme ad Alessandro Betti.

L’inchiesta non è ancora conclusa. La fase dunque molto delicata e le accuse pesanti perché, secondo l’ipotesi della procura il colpo che ha raggiunto in fronte la giovane cuoca è stato esploso volontariamente da Porras Baloy. La voleva uccidere, non si sarebbe trattato, come invece ha sempre ribadito il colombiano, di un tragica fatalità. Davanti al gip il 27enne potrebbe raccontare, nuovamente, la sua verità. Oppure in questa fase avvalersi della facoltà di non rispondere quando, alle 9, arriverà a palazzo di giustizia per il faccia a faccia con il giudice.

Un altro elemento che risulterebbe avvalorato dagli acertamenti, sempre secondo il pm Niccolò Ludovici che insieme al procuratore Andrea Boni ha seguito il caso sin dalle prime battute, sarebbero i presunti maltrattamenti in famiglia. Un’aggravante della contestazione principale, quella appunto dell’omicidio doloso. Per di più nei confronti di una persona con cui aveva una relazione affettiva. Sin dall’inizio era stato indagato per tale reato quando trapelarono delle tensioni che ci sarebbero state all’interno del rapporto di cui però la famiglia non avrebbe saputo nulla.

Ma quali saranno adesso le mosse della procura? Difficile ipotizzarlo. Quando Porras Baloy finì in cella per la detenzione illegale del fucile calibro 16, a inizio novembre 2024 gli furono concessi i domiciliari perché non c’era più il pericolo della recidiva e della fuga. Misura che, dopo la condanna a fine gennaio per tale reato, era stata ulteriormente attenuata con l’obbligo di firma. Tre mesi dopo la tragedia di via del Villino gli era stata notificata la richiesta di giudizio immediato cautelare per la sola detenzione del fucile. Vedremo se anche per il presunto omicidio sarà seguito lo stesso iter.