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Imprenditore arrestato. Non risponde al giudice

L’egiziano di 38 anni ai domiciliari si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sotto la lente di finanza e carabinieri gli autolavaggi di Valdelsa e Valdichiana.

Imprenditore arrestato. Non risponde al giudice

Inchieste (quasi) fotocopia quelle che hanno portato prima all’arresto di un egiziano che gestiva un autolavaggio a Colle, tre giorni dopo alla misura cautelare anche nei confronti di un altro straniero, questa volta pakistano. Anch’esso titolare di un autolavaggio. Ad accomunare le indagini, condotte rispettivamente dai pm Siro De Flammineis e Valentina Magnini, il fatto che si parli di sfruttamento dei lavoratori. E che gli accertamenti siano stati svolti, in entrambi i casi, congiuntamente da carabinieri e guardia di finanza, prendendo le mosse dalle verifiche iniziali in azienda dei militari del Nucleo ispettorato del lavoro. Segno che si sta mettendo la lente, anche nella nostra provincia, su un settore che in altre parti d’Italia è stato già oggetto di particolari attenzioni. Basta scorrere la cronaca per registrare blitz negli autolavaggi di tutta Italia, da nord a sud, con impiego di addetti extracomunitari sottopagati rispetto alle ore svolte. E condizioni di alloggio fatiscenti. Casi che hanno indotto i giudici ad accogliere richieste di misure cautelari.

L’egiziano di 38 anni che vive a Colle, assistito da un avvocato del foro di Grosseto, si è presentato venerdì per l’interrogatorio di garanzia avvalendosi però della facoltà di non rispondere. La vicenda è complessa perché viene contestato all’imprenditore il presunto sfruttamento di dieci connazionali. Si sarebbe approfittato del loro stato di bisogno, osservano carabinieri e finanza, commettendo "reiterate violazioni delle norme sull’orario di lavoro", erogando "retribuzioni inferiori alle attività svolte" per cui avrebbe tratto un "ingiusto profitto a danno dei dipendenti". Lo stesso sarebbe accaduto, stando a quanto ritiene la procura, nel caso del titolare di un autolavaggio nel comune di Cetona. Un uomo di origine pakistana che avrebbe sfruttato, ritengono carabinieri e finanza, almeno quattro lavoratori extracomunitari. Emergerebbe dai sopralluoghi, da accertamenti tecnici, dall’esame dei libri unici e delle buste paga. All’imprenditore che operava in Valdichiana , che si trova ai domiciliari, è stato applicato anche il braccialetto elettronico con un sequestro preventivo di oltre 114mila euro pari al presunto ingiusto profitto a danno degli operai. Il Nucleo delle fiamme gialle ha ricostruito il profilo economico-finanziario del titolare della ditta.

Laura Valdesi