REDAZIONE SIENA

Il time out dei sindacati sul piano industriale Mps

"Non c’è nulla di certo, l’Europa e la Bce potrebbero cambiare quei numeri. Siamo preoccupati per il futuro del Gruppo, manca l’ufficialità della proroga"

Il Monte dei Paschi è in una situazione di attesa, il piano industriale 2022-2026 approvato l’altra sera dal consiglio d’amministrazione dovrà superare l’esame del Governo, della Commissione Europea e della Bce. Che potrebbero anche cambiarlo profondamente, modificarlo, integrarlo. I sindacati hanno messo l’accento sull’incertezza nella nota dopo l’incontro in call conference con l’ad Guido Bastianini, di venerdì 17 dicembre, dopo la riunione del cda che ha dato il via libera al piano.

"In premessa, l’ad ci ha confermato che il Piano dovrà essere sottoposto all’approvazione prima della DG Competition e quindi della BCE e del Single Resolution Board della UE; non è improbabile che in questo percorso, dai tempi non oggi prevedibili, possano essere richieste modifiche e integrazioni. Nulla di certo - scrivono i sindacati - è quindi emerso dall’incontro e, a pochi giorni dalla scadenza dei termini, ancora non ufficialmente prorogati dalla UE per la permanenza del Ministero dell’Economia nel capitale, permane la forte preoccupazione delle organizzazioni sindacali per la prospettiva futura del Gruppo Monte dei Paschi, delle lavoratrici e dei lavoratori. È altresì doveroso che il Governo, con responsabilità, si attivi velocemente a tutti i livelli per il definitivo risanamento e rilancio della Banca, che avrebbe sicuri effetti positivi anche nell’importante percorso di ripresa sociale ed economica del nostro Paese".

La conclusione della nota è la condizione principale sull’apertura dei negoziati per i 4mila esuberi totali previsti, se resteranno tali. "In assenza di contenuti specifici e certi, sindacati hanno nuovamente ribadito all’ad Bastianini che la sostenibilità sociale per le Lavoratrici e i Lavoratori del nuovo Piano Industriale rappresenterà l’aspetto da cui non si potrà prescindere, con particolare riferimento alla salvaguardia e alla tutela dei livelli occupazionali e retributivi di tutti i dipendenti oltreché dell’integrità del perimetro del Gruppo stesso".

Franco Casini, segretario nazionale Fabi, aggiunge altre reazioni: "La valutazione finale sul piano industriale di Mps potrà essere data solamente quando si saranno espresse sia la Bce sia la Dg Competition dell’Unione europea, che potrebbero chiedere ulteriori interventi sulla banca. Per quanto riguarda le circa 4.000 fuoriuscite di personale, ribadiamo i due principi cardine ovvero la volontarietà dei pensionamenti e dei prepensionamenti oltre che un congruo numero di assunzioni come sempre avviene nel settore bancario. L’attuazione del piano industriale deve rappresentare l’inizio di un percorso che porti Mps a una soluzione definitiva che assicuri finalmente stabilità e serenità alle lavoratrici e ai lavoratori, i cui sacrifici, sia economici sia personali, durano da troppo tempo: non saranno accettate nuove penalizzazioni sui salari né altre forme di solidarietà".

Anche la Borsa ha preso tempo: il titolo Mps ha chiuso in pareggio, +0,13%.