
Il successo di Albertina Una stilista mondiale
"Nemo propheta in patria", nessuno è profeta nella sua patria? Per qualcuno l’antica allocuzione che i Vangeli attribuiscono a Gesù al suo ingresso a Gerusalemme, sembra proprio vera: qualcuno che, come la stilista colligiana Albertina Giubbolini, deceduta a Roma nel 2009, ha uno spazio permanente al ‘Metropolitan Museum’ di New York, uno al Museo del ‘Fashion Institute of Technology’, sempre di New York,è stata celebrata da capitali come Roma e Lisbona, ha ricevuto l’"Oscar della Maglieria", è stata definita "Maga della maglieria" e "Coco Chanel del tricot" dalla stampa internazionale, ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali ed ha vestito dive come Gloria Swanson, Clara Calamai, Elsabeth Taylor, Ava Gardner, Liv Ulmann, Lana Turner, Joan Crawford, Audrey Hepburn e Bo Derek, ma a Colle, dove era nata nel 1921, è stata ricordata solo da una mostra curata dalla Pro Loco e realizzata dagli studenti della sezione moda del professionale Cennini, che risale ormai a 17 anni fa. Una lacuna della memoria a cui cerca di porre rimedio la presidente della sezione senese di Italia Nostra, la colligiana doc Laura Comi, proponendo di creare un padiglione Albertina Giubbolini al Museo San Pietro allestito con le creazioni della stilista donate dalle donne colligiane che le possiedono. "Mi chiedo come mai Colle non faccia niente per ricordare Albertina, mentre il Metropolitan Museum di New York la celebra con un’esposizione permanente – esordisce – Donne colligiane: doniamo i nostri capi di Albertina al Museo San Pietro, perché organizzi uno spazio fisso a lei dedicato come quelli dedicati a Romano Bilenchi e Walter Fusi. Io ne metto a disposizione due".