REDAZIONE SIENA

Il Senese ospiterà un intero orfanotrofio Fuga per 10 educatori e 25 bimbi ucraini

Arriveranno nei prossimi giorni dalle zone di guerra: associazioni al lavoro per cercare la sede idonea. Dallo scoppio della guerra il nostro territorio ha raccolto 150 quintali di aiuti tra farmaci e cibo

Sono più di 150 i quintali di materiale sanitario e alimentare raccolto dai senesi in favore della popolazione ucraina e già spedito o in procinto di partire per i quattro campi profughi al confine polacco. È un primo bilancio, a venti giorni dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina con l’operazione militare ordinata da Putin in Donbass la mattina del 24 febbraio, di quanto il cuore di Siena è riuscito a pompare oltre frontiera. Il materiale è stato veicolato e raccolto dalla Caritas diocesana di Siena, sotto il coordinamento della referente Anna Ferretti e dell’arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice. Il prossimo tir è in partenza questa settimana e conterrà un carico di circa 50 quintali. Ma se a partire sono beni di prima necessità e farmaci, ad arrivare sono esseri umani, vite interrotte dalle bombe.

La stima delle persone in fuga dalla guerra e arrivate nella nostra provincia è sicuramente superiore alle 150. Di questi oltre un terzo sono minori accompagnati da genitori o da persone a cui i piccoli sono stati affidati. Durante i prossimi giorni, invece, è previsto l’arrivo di un vero bastimento umano: un intero orfanotrofio ucraino che dovrebbe trasferirsi dalle zone di guerra direttamente nel senese. Misericordia e Pubblica Assistenza sono già al lavoro per individuare la struttura che possa ospitare 35 persone. Si tratta di 10 educatori e 25 ragazzi orfani.

L’idea è di non separarli e mantenere unita la rete umana di contatti. Per questo Caritas e associazioni di volontariato sono già al lavoro per programmare l’arrivo e trovare una sede adeguata ad ospitarli tutti insieme. La previsione è con l’avvicinarsi dell’armata di Putin, a Leopoli, città che finora è stato il centro nevralgico di arrivo degli aiuti umanitari, la fuga di ucraini potrebbe crescere esponenzialmente.

L’invito delle associazioni di volontariato e della Caritas però, è di muoversi in maniera razionale. In questi giorni i loro telefoni sono stati bersagliati di chiamate di persone che si sono dette disponibili a offrire ospitalità alla popolazione e anche a madri e famiglie con figli piccoli. Gestire l’ondata di generosità richiede tantissimo lavoro agli operatori della Caritas. "L’invito – spiega la referente Caritas, Anna Ferretti – è di non lasciarsi sopraffare dall’ondata di empatia del momento, ma pensare a quanto tempo è possibile ospitare una persona: se si tratta di un’accoglienza temporanea di pochi giorni, prima che queste persone entrino nei canali di accoglienza disposti dalla Prefettura. O se si tratta di un periodo più lungo, durante il quale la famiglia che ospita dovrà in qualche modo far fronte a maggiori spese". Tra le proposte ci sono anche quelle di persone che si offrono di partire per andare alla frontiera con la Polonia o direttamente in Ucraina e portare in Italia profughi. "Cerchiamo sempre di dissuaderli dal farlo, rischia di essere pericoloso e i nostri controlli, in quei casi, diventerebbero più difficili. La generosità andrà diluita nel tempo. Questa rischia di essere una lunga emergenza".