"Il Mozambico ci darà gas in futuro I tre progetti coordinati dall’Eni"

L’ambasciatore senese Gianni Bardini, da due anni a Maputo. "I terroristi controllano città al nord. La suora italiana uccisa per fatalità. Ci vorrà tempo per sfruttare i giacimenti. Ma sono ricchissimi"

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di Pino Di Blasio

L’ambasciatore senese Gianni Bardini risponde dopo pochi squilli dall’ambasciata italiana a Maputo, capitale del Mozambico. Da qualche mese il Paese dell’Africa Orientale, fino al 1975 colonia del Portogallo, è salito agli onori delle cronache italiane: prima per la missione del presidente della Repubblica Mattarella, in cerca di altri fornitori di gas per l’Italia, diversi dalla Russia di Putin. E poi, purtroppo, per la suora italiana, Maria De Coppi, 83 anni, da 59 in Mozambico uccisa il 7 settembre in un blitz terroristico.

"C’è un terrorismo insorgente, soprattutto nel nord del Paese - racconta l’ambasciatore Bardini - una presenza radicata e organizzata, che trova il suo humus nel sottosviluppo e nelle condizioni della popolazione di mera sopravvivenza. Dall’area di Cabo Delgado i gruppi terroristici si estendono in zone limitrofe. Nessuno conosce i numeri esatti delle loro forze, né i motivi della violenza, né se esiste una catena di comando e un regista. Da diversi anni, questo è certo, c’è stata un’infiltrazione della jihad islamica".

Per questo è stata uccisa suor Maria?

"Non era l’obiettivo, è stata uccisa per fatalità. Ho parlato con le altre suore della comunità di Chipene, gli assalitori volevano solo seminare terrore e hanno incendiato la missione, spingendo gli altri ad andarsene. E’ la prima volta che i terroristi attaccano i cattolici, spesso uccidono poveri, anche musulmani, distruggono moschee. Il loro scopo è generare terrore".

Qual è la situazione in Mozambico? E perché l’Italia spera in Maputo per fare a meno del gas di Putin?

"Ci sono 800mila mozambicani che sono sfollati interni, vivono nei campi costruiti dalla cooperazione internazionale, dall’Unicef e l’Organizzazione delle immigrazioni. Per anni il governo di Maputo non ha accettato aiuti esterni, ma ora che l’offensiva dei terroristi ha conquistato due grandi città, la politica è cambiata. Il Mozambico ha accettato aiuti militari e 2mila soldati dal Rwanda, più altri dall’Africa Australe. E anche l’Unione Europea ha inviato materiale non letale e addestratori militari".

Cosa può dare il Paese sull’energia?

"Nell’immediato nulla, in prospettiva tanto. Ci sono ricchi giacimenti di gas scoperti dall’Eni ma non ancora sfruttati. Che basterebbero per fare del Mozambico il terzo produttore africano di gas dopo Algeria e Nigeria. Sono tre i progetti principali, il primo comincerà a produrre gas liquido a ottobre nei campi scoperti dall’Eni. La holding energetica di Stato è capofila di un progetto offshore, tecnologicamente molto avanzato. Che passa per una nave costruita in Corea, con un impianto di liquefazione a bordo, montato a moduli, ancorato in mezzo al mare a 60 km di distanza dalla costa. Su una barca la Saipem ha iniziato a perforare a quasi 6 km di profondità, due di acqua e tre di piattaforma continentale. Tutto fatto in remoto, i pozzi colegati con dei tubi, ingegnerie fantascientifiche".

Se inizieranno a estrarre gas a ottobre, potrebbe servire...

"No, perché i 4,3 milioni di metri cubi di gas estratti al giorno sono già venduti alla BP e non sono disponibili per l’Italia. Noi dovremo aspettare gli altri due progetti: quello guidato dalla Total, fermato per gli attentati, che entrerà in funzione nel 2026. E il terzo, guidato da Exxon, che comincerà a produrre gas nel 2030".

Troppo tardi per la nostra crisi d’autunno.

"C’è l’ipotesi di anticipare il progetto, di farlo partire in forma offshore, come il primo. Per iniziare a sfruttare un giacimento enorme di gas. Ma prima di 20 mesi non potrà iniziare. E sarebbero forniture importanti anche per l’Italia, ci sono 550 navi gasiere pronte a trasportare gas liquido in giro per il mondo. Ma se un Paese non ha rigassificatori, è inutile".

Perché tante aspettative, allora, dopo il viaggio del presidente Mattarella?

"Sono due anni che sono ambasciatore a Maputo, il Paese è molto povero, gli indicatori di reddito e sociali sono da bassa classifica. Ma sta crescendo, grazie alla ricchezza di materie prime, gas e grafene su tutte. E’ ricco di energia idroelettrica, è fertilissimo, ma non esporta nulla dei suoi prodotti agricoli freschi. Il Mozambico è un Paese a partito unico, il FreLiMo. Una volta era filocomunista, oggi ha rapporti con tutti, anche se lo Stato ha tanto potere. Una volta che conosci le regole, si possono fare affari".