REDAZIONE SIENA

Il lockdown ‘spezza’ le cristallerie

La crisi della ristorazione ha fatto crollare la domanda di calici. Tra le possibili soluzioni c’è il mercato online

Se quasi ogni settore ha subito danni per il lockdown, la produzione e la vendita del cristallo, attività storica di Colle, ha particolarmente sofferto, in relazione allo stretto rapporto con bar, ristoranti ed enoteche, principali acquirenti di bicchieri e calici. Lo ha spiegato Marco Mezzetti, proprietario dell’omonima cristalleria colligiana: "Da quattro o cinque anni vendiamo quasi unicamente al settore della ristorazione, e anche per questo abbiamo assistito ad un calo fortissimo. Dopo i mesi di chiusura, quando le attività hanno ricominciato a lavorare, quelle ubicate nelle città turistiche come Siena, Firenze e San Gimignano hanno stentato molto, con loro abbiamo fatto pochissimi affari, mentre hanno resistito Colle e Poggibonsi, ma con pochi acquisti. E’ accaduto che, alla ripresa dell’attività, tutti hanno concentrato gli acquisti sui generi di prima necessità, sull’ottimizzazione dei menù, sulla gestione del personale, senza azzardare investimenti sull’estetica. Il nostro settore vive della necessità, ma anche della volontà di aumentare la qualità. E’ stata un’annata disastrosa: io mi difendo abbastanza, non avendo dipendenti, ma altri sono in condizioni ben peggiori".

Una problematica contingente che va a inserirsi sulla generale crisi del cristallo: "La situazione è stagnante, mancano le innovazioni, e non solo a Colle. E’ un cane che si morde la coda: meno guadagni portano meno investimenti, che portano meno guadagni. E’ difficile immaginare che effetti a lungo termine avrà questa crisi. Dobbiamo entrare nelle case delle persone e dialogarci, benché con una vendita a distanza".

Marco Brunelli