
Claudia Costantino
Diventa spettacolo teatrale il libro di Claudia Costantino "Il Faro, Storie di viaggi, di cavalli e…" e non poteva che arrivare a Siena, grazie alla lungimiranza dell’Accademia dei Rozzi che lo ospita nella Sala degli Specchi domani alle 18 con ingresso libero. L’adattamento è curato dalla stessa autrice e da Maurizio Bianchini, che firma anche la regia, mentre le interpretazioni sceniche sono affidate a Nicoletta Dalla Corte e da Lucia Donati, con l’accompagnamento al pianoforte di Michele Donzelli. Un libro quanto mai originale, raccontato da un cavallo in prima persona. La sua vicenda commuove ed appassiona: è il cammino a ritroso di una sensibilità che ne incontra un’altra. Un cavallo che ha conosciuto tutti i torti della vita dagli uomini ma che proprio attraverso Claudia Costantino scopre che esiste un’altra umanità, fatta di dolcezza, di amore e di voglia di comunicare. L’autrice è quindi una sorta, banalizzando una ricerca e uno studio di rara sensibilità, di "donna che sussurra ai cavalli", recuperando alla vita sociale Faro, cavallo che ha avuto dalla vita solo torti.
Ma è l’originale modo di parlare di Claudia Costantino, che racconta terre e paesi, viaggi, anche il suo arrivo a Siena, la laurea in Antropologia culturale e scopre il suo profondo amore per i cavalli, affacciandosi anche al mondo del Palio, partecipando anche a una Tratta, per poi volare verso altri modi di interpretare la passione per questi animali. La storia di Faro è quindi l’avventura di un spontaneo binomio che qui prende la forma di spettacolo. Racconta Faro: "E di nuovo frusta. E allora faccio uno sforzo grande più di tutti e riescoa rimettermi in piedi. E tremo tutto. Mi fa male tutto. Poi quel tipo sale sulla mia schiena. E mi dà due pacche. E scende. Se ne va. Mi lascia legato alsole un’ora. Poi qualcuno viene e mi riporta nel box. Mi toglie la sella e mi lasciano lì. Arriva il fieno. Ma non ho fame. Né sete. Gli umani non sono buoni".
Fino al fatidico incontro: La voce è di donna. È una voce calma. Non viene a prendermi con la corda. Entra e sta nell’angolo del box, l’angolo opposto a quello dove sono io. Ma la vedo. Vedo che mi guarda. Mi guarda anche la faccia". La sensibilità sta tutta nel condividere la certezza che se Dio ha fatto qualcosa di più bello di un cavallo, l’ha tenuto per sé.
Massimo Biliorsi