Il Duomo svela gli antichi tesori Finito il restauro della cappella

di Romano Francardelli

Sono riaffiorate due figure del 1503 durante il restauro della cappella nel Duomo di San Gimignano, opera del pittore Giovanni Ser Piero Cambi ai lati dell’altare del XV secolo di Benedetto da Maiano. Questo gioiello è tornato a vivere dopo un restauro cominciato a gennaio dalle mani del restauratore Daniele Rossi con la équipe di assistenti restauratori Elisabetta, Laura e Tiziana sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza alle Belle Arti di Siena, Arezzo e Grosseto con Letizia Nesi e Isacco Cecconi. Una operazione promossa della Chiesa delle torri guidata dal parroco e proposto don Gianni Lanini, con un costo di circa 130mila euro.

La cappella del santo patrono sarà riaperta al pubblico domani alle 11 in occasione della festa delle cresime e benedetta dal cardinale arcivescovo Augusto Paolo Lojudice. "È il primo passo per cominciare proprio da questa cappella legata al popolo di San Gimignano – spiega don Gianni – come la ’gemella’ di Santa Fina del Ghirlandaio. Ma purtroppo, aggiunge sconsolato, ci sarebbe molto altro da restaurare".

Una specie di preghiera-messaggio lanciato al mondo della cultura, dell’arte, delle istituzione a tutti, dal popolare parroco della preziosa chiesa conosciuta in tutto il mondo. Sono tornati alla luce due tondi di ’volti allegorici’ ai lati dell’altare, rimasti chiusi da secoli da una leggera patina di intonaco e ricoperti dal nero fumo e colate delle candele. "Gli affreschi recuperati restarono visibili fino al 1610 o 1630 – spiega Daniele Rossi – quando furono addossate ai lati dell’altare basamenti e incorniciature di legno e oro con sportelli apribili con tele dipinte che raffigurano santi". E aggiunge: "Nel corso del settecento furono inseriti angeli in stucco su di un tendaggio e due ovali con angeli e la colomba centrale". Precisa inoltre il restauratore: "Il salnitro e la cera avevano coperto le zone basse". Un altro gioiello ritornato a nuova vita.