Mps, il consiglio vara il nuovo piano: 4.000 esodi entro fine anno

L’ad Luigi Lovaglio illustra al mercato le linee strategiche della banca e l’aumento di capitale. Obiettivo, ridurre i costi nel 2023 ed estrarre valore dalle assicurazioni, da Widiba e dal risparmio gestito

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Siena, 23 giugno 2022 - "Per quanto riguarda Banca Mps non è una tematica d’attualità. Oggi la strategia che è stata data chiaramente data dallo Stato italiano è una strategia di sviluppo, di rafforzamento del capitale, quindi la domanda non si pone". Credit Agricole continua a puntare sull’Italia, Paese che resta centrale nelle sue strategie. Ma non ha interessi sul Monte dei Paschi di Siena che oggi rivela il nuovo piano industriale con 2,5 miliardi di aumento di capitale. I vertici della Banque Verte francese non intendono nemmeno legarsi a doppio filo con Banco Bpm. "Siamo rimasti sotto al 10%, se volessimo superare la quota dovremmo chiedere l’autorizzazione alla Bce e non l’abbiamo fatto", ha spiegato Jerome Grivet, cfo dell’Agricole. "La crescita per linee esterne? Ricordo le regole - ha detto il Deputy ceo Xavier Musca - sulla redditività dell’investimento e la capacità di integrare l’acquisizione nel nostro sistema. Quando realizziamo un’acquisizione, vogliamo che diventi parte integrante del gruppo Crédit Agricole. Non facciamo mai un’acquisizione che potrebbe trasformare il nostro sistema".

Parlano gli altri, fino a ieri sera il Monte dei Paschi è rimasto più silenzioso della statua di Sallustio Bandini, che almeno è accigliato da almeno un secolo. Ieri pomeriggio, dalle 16,15, i consiglieri d’amministrazione hanno iniziato ad esaminare il piano industriale 2022-2026 rielaborato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio. La presidente Patrizia Grieco era collegata da Roma, altri consiglieri erano in linea da Milano, qualcuno era in presenza a Rocca Salimbeni. Sono lontani i tempi in cui prima del cda si conoscevano anche i dettagli degli affari trattati. A pesare sulla riservatezza anche l’ultima indagine sulla fuga di notizie che ha portato a mettere sotto inchiesta l’ex ad Guido Bastianini e il finanziere Giuseppe Bivona per aggiotaggio e ’insider trading’. Il 14 luglio il gip di Milano deciderà se archiviare tutto oppure accogliere l’opposizione di Banca Mps, che vorrebbe fare chiarezza su quel turbolento periodo ai vertici del Monte.

Visto che i protagonisti non dicono nulla, bisogna orientarsi nelle scarne dichiarazioni ufficiali e nelle anticipazioni dei giorni scorsi. Quella de ’La Nazione’ sul maxi esodo anticipato a fine anno per 4 mila dipendenti, è stata rilanciata ieri sera dall’agenzia Radiocor. La strategia che Luigi Lovaglio avrebbe messo a punto con i consulenti, passa per l’utilizzo di oltre un miliardo di euro della dote di aumento di capitale da 2,5 miliardi. Un esborso superiore ai 950 milioni previsti nel precedente piano, che disegnava però cinque finestre temporali per le uscite. La scelta del nuovo piano punta, come rivelato da La Nazione, ad avere una banca il più possibile libera dai costi del personale e dai rischi di risarcimenti. Per questo il fondo esuberi dovrebbe prevedere ’scivoli’ fino a 7 anni prima del pensionamento Inps e riguardare anche i dipendenti del Monte di 60 anni. Tutto passerà da un accordo che i manager di Banca Mps dovranno siglare con le organizzazioni sindacali. Per questo la Fabi è stata la prima a preannunciare che gli esodi incentivati si sarebbero attestati sui 4mila dipendenti. Visto che l’aumento di capitale da 2,5 miliardi sarà lanciato ad agosto, le risorse per finanziare le uscite dovrebbero esserci.

Il resto del piano confermerà le strategie disegnate alla vigilia: lo sviluppo della controllata online Widiba, che è già stata potenziata con nove assunzioni, un rapporto sempre più stretto, forse anche con l’ingresso nel capitale, di bancassurance con Axa, risparmio gestito con Anima e credito al consumo da potenziare.