Il calvario degli insegnanti precari: "Sono senza stipendio da ottobre"

La storia di Corrado Recchia, docente dell’Avogadro di Abbadia San Salvatore. "Purtroppo siamo tanti in Italia"

di Laura Valdesi

SIENA

Precari ma con tanta passione per l’insegnamento. Docenti a contratto per mesi che con i giovani stabiliscono un rapporto di fiducia e quel feeling che serve per accompagnarli nel percorso di studi. Correggono i compiti, interrogano, partecipano ai consigli di classe. Insomma, ’prof’ a tutti gli effetti. Se non fosse per un particolare non da poco: la continuità nel pagamento dello stipendio. Tantissimi gli insegnanti a tempo determinato che da mesi non ricevono un euro dal ministero. Anche nel Senese. "E’ stata creata una pagina facebook ’Noi precari senza stipendio e diritti’ dove fioccano le testimonianze, da tutta Italia, di chi si trova nella mia condizione. Purtroppo siamo molti e ci stiamo contando. Se le cose non cambieranno pensiamo di manifestare a Roma", spiega Corrado Recchia. Laureato in Fisica, 47 anni, insegna matematica all’Istituto ’Avogadro’ di Abbadia San Salvatore anche se vive a Sorano, in provincia di Grosseto. Domani rientrerà in classe sull’Amiata senza aver mai percepito lo stipendio da quando, il 9 ottobre, è entrato in servizio per un contratto breve per malattia che viene rinnovato di mese in mese.

Una situazione di disagio che sale alla ribalta della cronaca.

"Sbagliato denigrare così la scuola. Non è tanto una questione personale, il modo di cavarsela uno lo trova. E’ che l’insegnamento appare in fondo alla graduatoria dell’interesse da parte dello Stato. Guardi, se sapessi che non ci sono risorse per pagarci sarebbe semplice: andrei a fare un altro lavoro. Se gli stipendi non si liquidano alla fine le cattedre resteranno vuote".

Quante classi delle superiori ha?

"In cinque insegno matematica. Ribadisco il concetto: se si ritiene che i supplenti siano indispensabili nella scuola va onorato l’impegno di pagarli. Altrimenti, come nel mio caso, si valutano alternative che tra l’altro ho già essendo cantautore, l’altra grande passione oltre alla docenza".

Ha mai pensato in questi mesi di mollare?

"In realtà c’è anche questa possibilità. MI auguro che da ora in avanti lo stipendio arrivi con continuità. Lasciare la scuola a gennaio-febbraio quando le classi sono già avanti nel programma e i rapporti stretti mi dispiacerebbe. Amo insegnare, il rapporto con i ragazzi, ho buoni feedback da parte loro e dei colleghi. Ma un lavoro non si può svolgere se non viene retribuito"

Tra l’altro lei vive a Sorano, quindi deve spostarsi ogni giorno ad Abbadia.

"Questo lo sapevo quando ho accettato l’incarico e non sarebbe un problema, se ci fosse lo stipendio".

E’ sposato, con figli: come ha vissuto la sua famiglia questa situazione?

"Con disagio e soprattutto stupore".

Avete fatto quadrato, immagino, per andare avanti.

"Certo, come fa ogni famiglia. Stiamo molto attenti alle spese da sostenere".

Nella calza della Befana, proviamo ad alleggerire, ci dovrebbe essere lo stipendio dal 9 ottobre ad oggi. Il pagamento è autorizzato, tutto dipendeva dalle risorse erogate dal Ministero e non dalle singole scuole che sbrigavano regolarmente le pratiche.

"Speriamo che sia così per me anche per tutti gli altri. Mi sento parte di un movimento che intende far sentire la propria voce".