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I segreti di Ambrosione "Auto-controllo e positività La mossa numero 17? Non penso alla scaramanzia"

Elogia il parco equino che per lui rappresenta "un aspetto garantito". Non guarda mai le vecchie Carriere per evitare di farsi influenzare. "Se vedo i fantini in difficoltà o fare bene è come se fossi a cavallo con loro".

di Laura Valdesi

SIENA

"Se sono scaramantico perché sarà la 17esima volta che salgo sul verrocchio? Sì, lo sono. Ma bisogna andargli sopra. Non intendo farmi influenzare in alcun modo da questo", mette le mani avanti il mossiere Bartolo Ambrosione. "Ho trovato i cavalli come al solito molto ben preparati, qualcuno rispetto a quando l’avevo visto a Monticiano durante l’addestramento ad aprile è venuto molto avanti. Segno che la preparazione è mirata a questa settimana e conferma una grande professionalità", osserva.

Cosa guarda in particolare dei cavalli?

"Cerco soprattutto di focalizzare l’atteggiamento dentro i canapi che è quello che egoisticamente interessa a me. Comprendo ovviamente che l’attenzione sia anche su altri aspetti".

Nelle batterie della Tratta si è vista la grande preparazione.

"Anche i fantini giovani hanno fatto molto bene. Non ho notato nulla che avrei potuto rimproverare a qualcuno. L’atteggiamento è stato molto positivo".

Quando ha letto i nomi della prima batteria della Tratta non ha pensato un momento di essere già alla prova generale? Per la qualità dei cavalli...

"Tanto per dire, quella con sei cavalli, uno di meno rispetto alle altre, è stata un po’ più complicata dal mio punto di vista. Ma ci sta".

Per Ambrosione il parco cavalli è un aspetto garantito.

"Esatto, proprio così. Sempre di più sono convinto che si tratta di cavalli pronti e abituati. Bravi nell’Entrone, erano 35. Soggetti da corsa che sanno cosa li aspetta in Piazza ma avevano una serenità che non è assolutamente scontata. Vuol dire che c’è alle spalle un grande lavoro di contatto uomo-cavallo. Una risposta così concreta anche da parte dei giovani si ha solo quando si lavora bene".

Durante l’ultimo anno ha riguardato i Palii passati ed è arrivato preparato a Siena nel 2023 con qualche elemento in più?

"No. Non guardo mai le vecchie Carriere perché cerco di non aspettarmi mai niente, né in buono, né in qualcosa che possa mettermi in difficoltà. Per come sono fatto io di carattere credo che devo cercare di essere pronto a cavalcare una buona situazione ma anche ad affrontarne una che può diventare improvvisamente complicata. Cerco di non pensare mai a come potrebbe o dovrebbe essere in base alle pregresse esperienze".

Cambiata in questi anni la gestione della rincorsa?

"Nell’ultimo Palio di agosto era molto vicina al verrocchino. Toglie il tempo a qualcuno in mezzo ai canapi, magari per qualche intemperanza, e ne dà meno a me ma può essere anche questa un’ottima soluzione".

Ambrosione, nonostante tutti questi anni a Siena, mantiene la stessa distanza dai fantini.

"Non la considero distanza, in verità. Perché alla fine là ho bisogno di feeling e d’intesa con loro. E’ un ruolo il mio che impone un certo distacco ma onestamente ai fantini sono molto vicino: se li vedo in difficoltà o fare bene è come se fossi a cavallo con loro".

La dote di Ambrosione che serve maggiormente nel Palio?

"Autocontrollo e un po’ di positività".