I segreti della Cattedrale. Quei trucchi dietro i lavori

L’architetto Bratto: "Colonne di alabastro per l’estetica, non sono portanti". Gli interventi cruciali nella Libreria Piccolomini e sui marmi dei due altari. .

I segreti della Cattedrale. Quei trucchi dietro i lavori

I segreti della Cattedrale. Quei trucchi dietro i lavori

Il Duomo di Siena ha ancora molti segreti da raccontare. E ogni volta gli esperti che se ne prendono cura scoprono qualcosa in più. È il caso, per esempio, degli interventi di consolidamento dei marmi che sono stati effettuati sui due altari di San Francesco di Sales e di Santa Caterina da Siena, situati nella navata destra, che hanno rivelato le ardite scelte compiute nel Seicento dai costruttori. "Sono stati questi interventi – spiega l’architetto Tarcisio Bratto, direttore dei lavori di restauro dei due altari – a svelarci alcuni ‘trucchi’ dell’avanzata tecnica costruttiva seicentesca. Si è scoperto che la parte di trabeazione soprastante i due capitelli delle colonne è parzialmente vuota all’interno e costituita da materiale leggero. E che le colonne in alabastro, che sembrano avere funzione portante, in realtà svolgono quasi esclusivamente una funzione estetica".

Nuovi dettagli, ma anche nuove soluzioni tecniche. Per esempio, attraverso indagini con la tecnologia laserscanner e fotogrammetrica ad alta definizione, l’Opera della Metropolitana aveva rilevato negli altari uno stato di conservazione degradato e varie criticità. Prima di intervenire sono state eseguite esplorazioni di vario tipo dalle quali è emerso che l’umidità presente nella parte basamentale deriva da umidità di risalita dal sottosuolo, mentre quella nelle parti alte da annose infiltrazioni di acqua piovana. Per risanare le pareti, a fianco dell’altare di Santa Caterina, è stato quindi installato un piccolo apparecchio, una specie di deumidificatore, che con un raggio d’azione sferico interrompe alla radice la risalita dell’acqua dal sottosuolo.

"I tre più rilevanti interventi dell’ultimo periodo – afferma Enrico De Benedetti, capo dell’area tecnica dell’Opera della Metropolitana – riguardano la Libreria Piccolomini, la rete anticalcinacci e il cornicione".

Nella Libreria Piccolomini sono stati restaurati gli antichi banconi, sostituiti i vetri dei Corali ed è stato compiuto un delicato intervento sul ‘collare’ in piombo di una delle tre Grazie. Da qualche mese al centro della navata centrale, invece, è stata posta a sedici metri di altezza una rete anticalcinacci, poco visibile ma necessaria. Mentre sul cornicione sono stati rimossi i depositi superficiali e sono state restaurate tutte le parti totalmente distaccate. E anche in questo caso, i lavori hanno portato con sé una nuova scoperta. "Grazie al ponteggio – afferma ancora De Benedetti – abbiamo potuto osservare che le mensole sono identiche per forme, misure e dimensioni a quelle presenti sulla controfacciata del Duomo Nuovo, noto a Siena come ‘facciatone’. Ciò sarà materia di studio per gli storici dell’arte chiamati a verificare la relazione tra i tempi di esecuzione e gli autori dei cornicioni interno ed esterno".

Riccardo Bruni