DAVID FALCIANI
Cronaca

Giornata mondiale del diabete: "La malattia non è uno stigma, non ci nascondiamo più"

David, 38 anni, racconta la sua esperienza che dura da ventuno anni: "Veniamo bollati con un marchio per un’ignoranza culturale dettata dalla paura. Ma la situazione è cambiata".

Il solo fatto di essere una persona affetta da una patologia o da una qualche ’menomazione’ suscita sempre una reazione sociale. Si viene accusati di essere dei malati (a volte persino contagiosi) dai quali è necessario, o comunque preferibile, stare distanti. Veniamo bollati nostro malgrado con un marchio: un’etichetta. Il motivo principale è semplice, sostanzialmente di tipo culturale: l’ignoranza è direttamente proporzionale alla paura che si genera involontariamente nell’interlocutore.

Il Diabete mellito di Tipo 1 è una malattia cronica autoimmunitaria, che danneggia il pancreas e gli impedisce di produrre insulina. In pratica, l’organismo autodistrugge le cellule beta del pancreas che producono insulina. Questa malattia, che solitamente si manifesta in età pediatrica e adolescenziale, dura tutta la vita: non esiste una cura e l’unico trattamento possibile è quello con insulina da assumere per via esogena, ossia iniettata dall’esterno. Ancora oggi, nel 2023, ci sono persone che pensano che sia una malattia contagiosa. È tanto assurdo quanto tristemente vero.

Da persona diabetica insulinodipendente (che in 21 anni di malattia ha vissuto, suo malgrado, situazioni inenarrabili) penso che sia necessaria e fondamentale la nostra capacità intrinseca di rafforzare una posizione di apparente svantaggio, assumendo un preciso atteggiamento rispetto all’ambiente esterno: laddove molti vedono una condizione sfavorevole, noi possiamo vedere un’opportunità, un’occasione per emergere.

Quello che fino a non troppo tempo addietro, in cui i ’tagli’ erano ancora all’ordine del giorno, doveva essere tenuto celato a qualsiasi costo, oggi può invece rappresentare un segno distintivo, che non può e non deve essere nascosto.

Le recentissime Linee guida 2022 sul diabete mellito di tipo 1 raccomandano a tutti i pazienti il monitoraggio continuo dei livelli di glucosio attraverso un sensore glicemico. Il paziente può così conoscere in qualunque momento il valore del glucosio e le sue tendenze, senza necessità di continui prelievi dai polpastrelli delle dita delle mani.

In Italia le persone con diabete tipo 1 sono circa 300mila e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo. Ormai non c’è praticamente più nessuna persona con diabete di tipo 1 che tenta di nascondere il suo sensore, anzi, sempre più spesso viene esibito con orgoglio, contornato con adesivi di rinforzo dai colori molto vivaci, che lo rendono ancora più visibile e riconoscibile. Tutte le persone diabetiche non devono più avere necessità di nascondere la propria malattia e la propria vita.

Finalmente, l’immagine che gli altri hanno di un malato di diabete di tipo 1 sta cambiando radicalmente. Quello che prima veniva vissuto come un vero e proprio processo di stigmatizzazione, a causa del quale la persona diabetica era costretta a nascondere la propria condizione, oggi invece rappresenta a tutti gli effetti un valore aggiunto. Il diabete tipo 1 è una malattia autoimmune, non è contagiosa. Tutti siamo unici, la perfezione non esiste e non può esistere. Per nessuno.