Frode bonus facciate, 'usati' anche immobili di Chianciano Terme

Arriva nel Senese l'inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Pistoia che ha sollevato il velo su reati commessi ai danni dello Stato

Blitz della Finanza (archivio)

Blitz della Finanza (archivio)

Chianciano Terme (Siena), 15 luglio 2022 - Ci sono anche immobili di Chianciano Terme al centro dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Pistoia che ha sollevato il velo su reati commessi ai danni dello Stato. Ventinove le persone indagate complessivamente, tra fisiche e giuridiche. Tra di esse società proprietarie di complessi di prestigio e noti professionisti. Il sodalizio criminale che aveva pensato di attingere alle risorse del bonus facciate ha sede a Montecatini, nel comune di Pistoia, ma gli immobili utilizzati per beneficiare del sistema fraudolento sono situati appunto, oltre che a Montecatini, a Chianciano Terme, Abano Terme, Roma e Torino. Il pm Leonardo De Gaudio che conduce l’inchiesta approdata anche in Veneto, nel Lazio e in Piemonte, ha chiesto ed ottenuto dal gip il sequestro d’urgenza di oltre 5 milioni di euro di falso credito, relativo come detto al bonus facciate.

Secondo la procura i titolari delle imprese edili si aggiudicavano gli appalti da privati che sono stati ritenuti compiacenti, subappaltando a loro volta una parte dei lavori. Il bonus facciate sarebbe stato poi la torta che veniva spartita fra i ’commensali’: ossia l’impresa titolare del cantiere, quella che riceveva in subappalto delle finte commissioni e anche il proprietario dell’immobile. Secondo gli inquirenti quei cantieri sarebbero stati del tutto inesistenti. Di opposto avviso gli indagati i quali rivendicano che le opere erano effettive, sebbene non ancora ultimate.

L’inchiesta si è focalizzata in particolare su una società del settore edile che avrebbe emesso fatture per lavori, sempre secondo la procura, mai eseguiti con la modalità dello sconto in fattura. E la contestuale cessione del credito alla medesima società. Stando a quanto riscontrato dalla Finanza, l’inchiesta avrebbe evidenziato anche fatture gonfiate su lavori che sono stati sì fatti ma contabilizzatati più del pagato. Le fiamme gialle hanno svolto perquisizioni nel corso delle quali sono stati presi registri e libri contabili unitamente a materiale extracontabile che verrà ora analizzato.

Contestata nell’inchiesta la truffa aggravata per il conseguimento e la commercializzazione dei crediti d’imposta relativi al bonus facciate. L’indagine condotta dai militari della guardia di finanza di Pistoia scaturisce dall’analisi sull’origine dei crediti effettuata tramite l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, incrociata con le indagini sul campo e l’acquisizione, già operata, di copiosa documentazione amministrativo - contabile anche presso gli enti locali preposti al rilascio delle autorizzazioni per l’esecuzione degli interventi di restauro decorativi di immobili di pregio.