Estra, fumata nera sul cda Siena non è ancora pronta

L’assemblea del 5 giugno rinvierà il dossier nomine. Le mosse di Arezzo e Prato

di Pino Di Blasio

L’assemblea dei soci di Estra, il 5 giugno in seconda convocazione, approverà i bilanci della holding energetica, ma rinvierà a data da destinarsi il dossier nomine del nuovo consiglio d’amministrazione. Siena non è pronta, Intesa (che ha il 25% di Estra), farà leva sulle elezioni amministrative appena concluse, sul sindaco di Siena Nicoletta Fabio che non ha ancora iniziato il mandato, per concordare con Coingas di Arezzo e Alia di Prato-Firenze, il pacchetto dei 5 consiglieri e la ripartizione degli incarichi di governance. Le difficoltà di Siena, però, sono più legate ad altri fattori, a partire dal rischio di essere il socio più debole nella nuova Estra. Dopo oltre un anno nel corso del quale Alessandro Piazzi è stato sia amministratore delegato che presidente, per le note vicende giudiziarie di Francesco Macrì, Prato rivendica la poltrona di amministratore delegato, oltre a quella di dg, forte del suo 39% di quote. E Arezzo, dopo che Macrì è uscito indenne dai processi e dalle inchieste, ha già indicato come unico nome quello dell’ex presidente. Che vuole tornare a sedersi sulla poltrona più alta di Estra. Con certezze più granitiche dopo l’elezione di Paola Petruccioli alla presidenza di Coingas e il passo indietro di Franco Scortecci.

Cosa resterebbe a Intesa, che ha la stessa percentuale di Arezzo, e che deve fare i conti anche con Alessandro Piazzi fuori gioco per problemi di salute? Gli altri soci hanno offerto a Siena la vicepresidenza e la presidenza del collegio dei revisori, una perdita di peso politico nella governance più che evidente. Aggravata dal fatto che tra Prato e Arezzo, tra Alia e la coppia dominante Macrì-sindaco Ghinelli, c’è una convergenza di vedute sulla multiutility toscana e sull’ingresso di Estra nella grande holding dei servizi pubblici, forgiata dai sindaci Nardella e Biffoni.

Un altro indizio di questo patto sulla multiutility è il nome di Alia per la poltrona di amministratore delegato di Estra: sarà uno tra il presidente Nicola Ciolini e l’amministratore delegato Alberto Irace, un passato in Publiacqua e Acea, il vero architetto della holding pubblica toscana. Se Alia è più sparata, Arezzo si muove con più cautela e chiede di riflettere anche con Siena. E di affrontare il nodo nomine e il dossier multiutility su tavoli paralleli e sfalsati temporalmente.

Come possono reagire Intesa e i Comuni senesi? Può bastare fare melina, far pesare i patti parasociali che obbligano all’accordo tra i tre soci forti per raggiungere il 78% del capitale necessario per eleggere governance e cda di Estra? Prima o poi una soluzione andrà trovata, una società con 1 miliardo 777 milioni di ricavi, che dà lavoro a centinaia di dipendenti e che è un player nazionale nel settore dell’energia, non può continuare a lungo senza nessuno seduto sulla plancia di comando. I sindaci dei Comuni della provincia, che hanno la maggioranza rispetto a Siena, dovrebbero prima trovare un accordo anche con il sindaco del capoluogo Nicoletta Fabio, o con i suoi azionisti di maggioranza. E poi trattare con Arezzo e Prato per avere due consiglieri e il direttore generale. Ma bisognerà avere nomi di livello, non scegliere gli amici di partito.