Era agli arresti: organizzava feste in casa

In carcere un tunisino di 23 anni che viveva a Chianciano in una palazzina vicino a viale Roma. Via vai di gente e incontri con coetanei

di Laura Valdesi

Un appartamento nel cuore della zona termale. A due passi da viale Roma, appena all’inizio del tratto che scende verso il Parco Acquasanta. Si organizzavano feste, in quella casa posta all’interno di una palazzina nella strada senza sfondo che sbuca appunto nel viale un tempo più chic del paese.

Un via vai di gente e una confusione che avevano destato allarme sociale fra chi abitava nello stesso edificio. Dove è tornato ora il quieto vivere grazie all’intervento dei carabinieri della compagnia di Montepulciano, guidati dal capitano Angelo Aliberto, che hanno arrestato l’autore di tutto quel caos. Si tratta di un tunisino, Y.B., 23 anni, che abitava in quell’alloggio agli arresti domiciliari. Adesso si trova nel carcere di Santo Spirito dove sconterà il resto della pena che gli era stata inflitta per reati commessi in Francia. L’uomo, infatti, era stato condannato per rapina e fermato a Civitavecchia dalla polizia di frontiera, visto che risultava loro una pena divenuta definitiva. Gli era stato concesso di scontarla in un’abitazione, ai domiciliari appunto.

La convivenza fra il ragazzo e gli altri residenti della palazzina nel centro termale non era stata da subito facile. L’uomo era andato ad abitare lì dall’inizio di luglio, tenendo un comportamento disinvolto nonostante fosse appunto gravato da una misura cautelare. Incurante delle prescrizioni – non si possono certo ricevere persone a casa – ma anche degli ammonimenti che aveva ricevuto, si dava alla pazza gioia. Organizzava persino delle feste e incontri, come se fosse un uomo libero come l’aria. E non fosse tenuto a rispettare la legge. Incontrava persone, come detto era un via vai di gente. Coetanei e anche connazionali che disturbavano il riposo delle famiglie ma, soprattutto, creavano allarme sociale.

Così erano iniziate ad arrivare le segnalazioni dei cittadini ai carabinieri. Telefonavano al 112 per lamentare la situazione. I militari si recavano sul posto ma svolgevano anche servizi mirati di osservazione per trovare riscontri del movimento di persone da quell’abitazione che aveva creato grande malumore. I risultato delle verifiche? Segnalati all’autorità giudiziaria che ha deciso di dare un taglio a questo andazzo di cose. E’ stato ordinato di accompagnarlo in carcere. Fra le sbarre niente bisboccia con gli amici .