
Cibare gli animali in città è vietato, ma qualcuno lo fa
Siena, 21 dicembre 2016 - UN SIBILO. Sinistro. Nel silenzio dell’alba, quando ancora il sole non penetra nei vicoli del centro. Loro sono lì. Appollaiati sugli archi dei palazzi e sui bordi delle finestre. In attesa. Poi arriva qualcuno e, famelici, si gettano in picchiata sulle lastre. Iniziano a beccare il mais. Non sono aggressivi come gli uccelli protagonisti del famoso film di Hitchcock, per carità. Ma lasciano un tappeto di guano. Penne ovunque, che entrano anche nelle case (video su www.lanazione.it/siena). Impossibile stendere i panni fuori per farli asciugare perché ogni volta devono essere lavati di nuovo.
«SIAMO state costrette a mettere le zanzariere, altrimenti non apriamo la finestra», racconta Federica Olla. Abita in via della Galluzza e denuncia, come Angela Rosa, una situazione a dir poco incresciosa. «Visto che si parla di telecamere, sarebbe opportuno che venissero installate anche in questa strada», auspicano. Furti e atti vandalici non c’entrano. «Piuttosto una questione di igiene e di pulizia. Abbiamo timore delle zecche di cui sono portatori questi volatili, ci sono i bambini. E poi sappiamo che è vietato appastare i piccioni», spiega Angela. Ecco il nodo del problema: qualcuno, probabilmente durante la notte o comunque nelle prime ore dell’alba, quando le famiglie dormono, lascia mangime per i piccioni nella parte alta di via della Galluzza. Il motivo per cui frotte di uccelli si appollaiano in ogni angolo in attesa del cibo. Un rituale. Che si ripete ormai da tempo per essere sopportato ancora a lungo. «Un sibilo, fanno un rumore tremendo quando a decine si alzano in volo perché magari – ricostruisce Olla – passa una persona che li distoglie momentaneamente dal beccare». Anche se ieri pioveva bastava soffermarsi un attimo davanti al palazzo per accorgersi della presenza dei chicchi. Eppure è dal 1987 che il Comune interviene per contenere i piccioni, da un lato vietando di somministrare loro alimenti utilizzando per contro mangine trattato con nicarbazina, ossia mais antifecondativo, dall’altro invitando i cittadini a mettere i dissuasori.
«CERTO CHE li abbiamo installati – interviene Angela Rosa – ma se qualcuno, di soppiatto, porta del cibo è chiaro che la concentrazione dei volatili qui aumenta con disagi che è facile immaginare. Perciò sarebbe bello che venisse messa una telecamera anche nella Galluzza e segnalato con apposito cartello che esiste la videosorveglianza. Utile per scoprire chi dà cibo ai piccioni ma anche per capire chi stacca il cartello del divieto di sosta dal portone condominiale». «O anche chi riga le macchine, visto che è avvenuto in più di un caso», si inserisce Olla.