Un confronto a distanza, ma continuo e senza esclusione di colpi, quello fra i due (per ora soli) contendenti alla carica di sindaco di Colle e delle rispettive coalizioni. Dopo i casi del diritto di voto e diritto di parola, del ‘Ghe pensi mi’ e dell’intervista dalla biblioteca comunale, è ora la volta del salario minimo garantito di 9 euro all’ora. Quello che Riccardo Vannetti, candidato cel centrosinistra, ha promesso di inserire nel suo programma per tutti i lavoratori delle imprese appaltatrici e subappaltatrici del Comune e che Piero Pii, candidato del polo civico ColleSarà, bolla come promessa demagogica.
"Demagogia al potere? Grazie, ma anche no – afferma – Nessun Comune può fissare alcun minimo salariale, in quanto questa è competenza dei vari Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. La stazione appaltante ha per legge l’obbligo, anche nei casi di gara al massimo ribasso, di procedere, prima dell’aggiudicazione, alla verifica della congruità del costo della manodopera rispetto ai minimi salariali retributivi. Diversamente, infatti, potrebbe essere compromesso il diritto dei lavoratori alla retribuzione minima, tutelato dall’articolo 36 della Costituzione. Niente di nuovo sotto il sole quindi: in tutte le procedure di appalto pubblico effettuate anche dal Comune di Colle in questa legislatura, si è tenuti a verificare l’applicazione dei Contratti Nazionali di Lavoro la cui paga oraria è sempre superiore ai 9 euro".
Poi l’affondo più duro: "Se Vannetti e la sua coalizione hanno informazioni diverse su tali controlli che il Comune ha l’obbligo di effettuare, dovrebbe agire nelle opportune sedi perché il candidato Pd lascia intravedere proprio la non applicazione dei Ccnl, accusando gli uffici comunali di gravi inadempienze. Deve essere chiaro a Vannetti che una cosa è fare ciò che chiede la sua segretaria nazionale ed un’altra è fare il sindaco di tutta la città".
"Il diritto – conclude il suoto intervento il candidato Piero Pii – di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori ad un salario equo è una battaglia giusta che va perseguita da tutti i cittadini, ma un punto deve essere chiaro: se vuoi fare il sindaco devi essere fedele allo Stato e alla sue leggi e non al partito o, meglio, alla sua segretaria".