di Laura Valdesi
SIENA
"Dovevo avere un contatto a Napoli per comprare cose", risponde incerto al pubblico ministero Sara Faina il giovane che avrebbe dovuto testimoniare la volta scorsa in corte d’assise nel processo per il delitto di Largo Sassetta. Alla fine ammette: "Droga ma per uso personale". Il pm non molla e gli rilegge quanto dichiarato nel marzo scorso agli investigatori sulla possibilità di piazzare dell’oro. Si scava infatti intorno a quello rubato alla vittima, Anna Maria Burrini, 81 anni, strangolata con un laccio da scarpe. Per questo sono imputati in concorso, zio e nipote ucraini. "Non è vero, dell’oro no", ribatte il testimone. Il presidente Fabio Frangini interviene invitandolo "a ragionare su ciò che ha detto. Ora è teste ma la sua posizione potrebbe cambiare". Il giovane non fa una grinza. Neppure quando l’avvocato Max Giordano Marescalchi, assiste la sorella della vittima che è parte civile, chiede: "E’ stato avvicinato da qualcuno prima di venire qui?". "Assolutamente no", risponde. E il legale: "Sicuro?". "Al 100%", conclude il giovane. Tanti i "non ricordo" già ascoltati in aula. Soprattutto nessuno dimentica che nell’udienza precedente un testimone ha denunciato di essere stato minacciato da ignoti, trovando un foglio in cui c’era scritto che doveva stare attento a ciò che diceva. Tre giorni dopo doveva testimoniare.
Non è l’unico colpo di scena dell’udienza nel corso della quale l’esperto di impronte digitali della polizia scientifica di Firenze svela di averne trovate solo tre che consentono l’identificazione certa. Due frammenti sul piano del mobile nella camera dell’anziana uccisa, l’indice e il mignolo che appartengono all’inquilino dell’appartamento di largo Sassetta che il 26 settembre 2022 dette l’allarme non trovando la pensionata. L’impronta invece sul fianco del frigorifero appartiene ad una donna straniera che ha già testimoniato e che era andata nella casa qualche volta a fare le pulizie. Un poliziotto della Mobile conferma poi brevemente che quando l’ucraino di 39 anni che secondo la procura avrebbe materialmente strangolato la pensionata venne fermato il 28 settembre 2022, svuotando le sue tasche vennero fuori alcuni monili d’oro risultati rubati ad Anna Maria Guerrini.
L’udienza del processo d’Assise è stata aggiornata al 27 novembre. Ma quattro giorni prima, il 23, i due imputati per l’omicidio torneranno in tribunale per il procedimento bis su Largo Sassetta. Quello relativo ai reati connessi al delitto, dalla ricettazione alla tentata rapina sempre alla pensionata che era però andata male, al furto da lei subito nel mese di luglio. Insieme a zio e nipote, difesi dagli avvocati Alessandro Buonasera e Francesco Paolo Ravenni, in aula anche il compagno della giovane, la madre del 39enne accusato del delitto e l’inquilino che dette l’allarme, difeso da Elisabetta Carloni. Quest’ultimo è accusato tra l’altro di aver rubato all’anziana 24mila euro ed alcuni gioielli il 30 luglio 2022. Denaro che, come già emerso in Assise, secondo l’accusa avrebbero custodito nella loro casa la giovane ucraina e il compagno. Tutti e tre, unitamente allo zio della ragazza, sono poi chiamati in causa a vario titolo per la tentata rapina nei confronti di Anna Maria Burrini con modalità simili a quelle del 26 settembre. Ci avrebbero provato il 2 agosto 2022, cercando di addormentarla sempre mettendo sedativo in un succo di frutta che non aveva funzionato. Ma non avevano desistito dall’intento di prendere il malloppo della pensionata tornando a settembre quando poi si verificò la tragedia. La madre del 39enne ucraino accusato di omicidio, invece, è finita nei guai per aver venduto un anello appartenuto ad Anna Maria Burrini ad una gioielleria di Siena dopo aver concordato con il figlio che era fuori il prezzo.