
Le dimissioni sono tante clamorose quanto irrevocabili e con effetto immediato: Monica Crociani - presidente dell’Asp, azienda che gestisce tra l’altro la residenza per anziani Campansi - ha lasciato l’incarico due giorni fa, insieme ad altri due consiglieri di amministrazione di nomina comunale, Franco Laghi Pasini e Marco Sarrecchia (e presto potrebbe aggiungersi anche Elena Burgassi). "Al momento – è scritto nella lettera di dimissioni sottoscritta dai tre – non esistono più le condizioni ideali per il proseguimento dell’attività in serenità e condivisione. In particolare sono emerse, nel tempo, alcune differenze di visione strategica rispetto all’istituzione comunale di riferimento".
Un addio fragoroso, a un anno e mezzo dalla nomina del dirigente medico che aveva preso il posto di Massimo Bianchi, silurato dal sindaco Luigi De Mossi pochi mesi dopo il suo insediamento. Uno scossone per la maggioranza, reduce dai dissidi su Piano operativo e della mobilità (quattro assenti al momento del voto), e che ora si trova a gestire un cambio al vertice traumatico in una società interamente partecipata dal Comune, attiva in un settore così delicato come la salute e la cura della persona.
Che qualcosa non andasse, si era capito dal sorprendente scambio pubblico a mezzo stampa tra l’assessore alla sanità Francesca Appolloni e la stessa Monica Crociani. L’annuncio della componente della giunta sui tre ospiti positivi al Campansi, l’immediata smentita della presidente, avevano plasticamente restituito un paio di settimane fa la sensazione di un conflitto latente. E non sarà un caso se, nella lettera di dimissioni, proprio dell’emergenza si parla. "A chi raccoglierà il nostro testimone – scrivono Crociani, Laghi Pasini e Sarrecchia – lasciamo un’azienda sana, con i conti in ordine e con immutato prestigio, se possibile rafforzato dall’azione determinata messa in campo a tutela degli ospiti delle Rsa e Ra durante l’emergenza Covid-19". La rivendicazione di un’opera accurata nel tempo della crisi, suffragata dalla mancanza di casi di contagio.
Conseguenze per la tenuta della maggioranza non sono realisticamente in vista. L’addio di Crociani, che per il momento ha preferito non commentare, sarebbe da ascrivere interamente alle sue funzioni e non a un dissidio politico. Tanto più che il suo partito di riferimento, Fratelli d’Italia, è saldamente all’interno della coalizione che sostiene il sindaco De Mossi. E nelle mani dell’assessore Michelotti è riposto l’atto fin qui più significativo del mandato, il Piano operativo appena entrato nel periodo delle osservazioni (il termine scadrà il 3 agosto) e che fa da preludio al nuovo Piano strutturale.
Con i suoi cinque consiglieri Fratelli d’Italia è ora la seconda forza della coalizione dopo la Lega, ma strappi di qualsiasi genere con il sindaco appaiono inimmaginabili. Anche se tutto questo non toglie nulla alla pesantezza dell’addio promosso dalla presidente Crociani con i due consiglieri di amministrazione.