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Derivati e crediti deteriorati Mps non dovrà pagare 450 milioni di danni

La Corte d'Appello di Milano ha rigettato la richiesta di risarcimento di 450 milioni di euro da parte di fondi di investimento lussemburghesi, escludendo qualsiasi condotta sanzionabile da parte di ex vertici di Banca Mps in merito a crediti deteriorati e operazione Alexandria. Sentenza in linea con quella della Corte d'Appello penale.

Derivati e crediti deteriorati Mps non dovrà pagare 450 milioni di danni

Fosse arrivata 24 ore prima per l’ad Luigi Lovaglio sarebbe stata l’ennesima conferma della bontà delle sue strategie in tema di cause legali e richieste danni. Ieri a Milano si è registrata una nuova vittoria di Banca Mps e dei suoi ex vertici nel contenzioso aperto dai fondi di investimento e gestione di diritto lussemburghese Alken Fund Sicav e Alken Luxemburg, con la richiesta di danni per circa 450 milioni di euro relativi all’operazione Alexandria e alla vicenda dei cosiddetti crediti deteriorati. Richiesta rigettata di nuovo dalla Corte d’Appello di Milano ma con motivazioni diverse rispetto alla decisione del Tribunale del luglio 2021 e in linea anche con la sentenza di secondo grado sul caso derivati, diventata definitiva dopo la Cassazione, con la quale erano stati mandati assolti tutti gli imputati.

La sentenza con cui la Corte d’Appello civile, presieduta da Carla Romana Raineri, ha rigettato la pretesa risarcitoria avanzata dai fondi, di cui è consulente Giuseppe Bivona, co-fondatore di Bluebell e che da anni contesta la gestione di Mps da parte dei suoi ex vertici, da Virmont Sa e da un risparmiatore. La richiesta di risarcimento si basava sul fatto che le azioni Mps tra il 2012 e il 2016, sarebbero state acquistate per i vari aumenti di capitale sulla base di bilanci falsi. Come si legge in una nota della Presidenza della Corte d’Appello milanese, in particolare venivano addebitati a Rocca Salimbeni, e a Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, "errate contabilizzazioni degli Npl e della operazione Alexandria non considerata come Cds. Inoltre avevano addebitato a Nomura di aver costruito tale derivato "frammentandolo in più contratti apparentemente autonomi, ma in realtà tra loro collegati" con lo scopo di consentire alla banca "di procedere a ingannevoli rappresentazioni contabili".

I giudici hanno escluso qualsiasi condotta "sanzionabile" sia in merito alla contabilizzazione dei crediti deteriorati, sia sul derivato Alexandria. "In linea con la sentenza della Corte d’appello penale e da poco diventata definitiva, a carico tra gli altri di Vigni, Mussari, di Mps, Deutsche Bank e Nomura, è stato escluso ogni illecito civile.