Delitto nella fornace, riprese e video nella casa dell'orrore

Ieri mattina presto a Castelnuovo Scalo anche un balistico

Il balistico Minervini riprende l’ingresso dell’abitazione

Il balistico Minervini riprende l’ingresso dell’abitazione

Siena, 12 febbraio 2019 - Riprese. Video e anche fotografie. Tutto per focalizzare l’attenzione sulla dinamica dell’aggressione subita dalla sedicenne senegalese che, per evitare lo stupro, questo il suo movente, ha accoltellato a morte Abdelrrhaim Nagbi, conosciuto come Abramo. Gli investigatori non si sbilanciano ma l’omicidio della fornace, a Castelnuovo Scalo, resta un giallo. Come sembrano confermare non solo gli accertamenti del Ris di Roma (reparto investigazioni scientifiche), voluti dal pm della procura dei minori Roberta Pieri, ma anche gli approfondimenti che il pool della difesa sta svolgendo in maniera autonoma.

Alle 8,30 ieri mattina, infatti, gli avvocati Alessandro Betti e Paolo Ridolfi sono andati nell’appartamento dell’orrore, coperto di sangue. E’ stato infatti dissequestrato. Ad accompagnarli il perito balistico Paride Minervini che si è occupato anche di casi eclatanti quali l’omicidio in Iraq di Nicola Calipari, di quello della giornalista Ilaria Alpi, dell’esplosione del carro armato ‘Ariete’. Più di recente del caso Moby Prince. Si dirà: cosa c’entra un balistico visto che non sono stati esplosi colpi? Le riprese che ha effettuato con la telecamera, unitamente alle fotografie serviranno per cristallizzare in maniera autonoma, al di là del lavoro svolto dagli inquirenti, la dinamica dell’aggressione subita dalla ragazzina. E la conseguente reazione della sedicenne. Come si sa sarebbe avvenuta in camera, poi è riuscita a liberarsi ma Abramo l’avrebbe raggiunta, crollando poi nell’ingresso dell’appartamento, dove è deceduto. L’attività ricognitiva del pool difensivo è durata circa un’ora e mezzo. Sono arrivati poi anche il padre e la madre della ragazzina che non sono tuttavia entrati in quella che è stata a lungo la loro abitazione, condivisa con il 63enne marocchino. Tutto per decidere anche quali oggetti portare via da lì. Non si sa ancora se e, nel caso come, verrà riutilizzato da parte dell’azienda il fabbricato scenario del delitto.

Anche i legali dei familiari della vittima, Maccari e Fanti, mantenendo un profilo basso come desiderano i congiunti di Nagbi, non tralasciano particolari di questa storia che potrebbe riservare anche sorprese. Resta sempre il nodo dei soldi da sciogliere visto che al momento non si trovano.