Arte, Siena chiede i dipinti a Firenze. Il sindaco in campo: "Qui il loro posto"

La vicenda delle opere di Daniele da Volterra, acquisite dal Museo degli Uffizi

Un particolare del dipinto "Elia nel deserto"

Un particolare del dipinto "Elia nel deserto"

Siena, 3 gennaio 2019 - Non c'è pace per i due dipinti di Daniele da Volterra ‘Elia nel deserto’ e ‘Madonna con Bambino, san Giovannino e santa Barbara’, acquistati dagli Uffizi nel 2018 e 2019. L’appello di un gruppo di intellettuali che, per la collocazione delle opere propone di coinvolgere la Pinacoteca Nazionale di Siena, è stato ascoltato dal sindaco Luigi De Mossi.

Con i guanti di velluto, si complimenta per l’importante operazione culturale del direttore degli Uffizi Eike Schmidt ma, intanto, mette in campo le referenze senesi e affina la strategia perché la questione "non può rimanere un dibattito di altissimo livello per gli addetti ai lavori".

Nato a Volterra nel 1509, Daniele Ricciarelli si spostò a Siena. Si trasferì a Roma; incontrò Michelangelo con il quale instaurò legami. In questo intermezzo, si inseriscono le opere ‘Elia nel deserto’ e la ‘Madonna col Bambino, san Giovannino e santa Barbara’. Fino a periodi recenti, i due dipinti erano ancora insieme nel palazzo Pannocchieschi d’Elci a Siena, dove arrivarono da Volterra per via matrimoniale nel 1888, quando Guglielmo Ricciarelli sposò Laura di Achille Pannocchieschi d’Elci.

Le due opere sono connesse da un legame profondo: testimoniano una fase importante dell’autore e della pittura cinquecentesca, specchio delle più ampie vicende. Era un momento cruciale per la capitale, dove Daniele realizzò i dipinti. L’Elia e la Madonna devono restare unite. Ed entra in gioco la nostra Soprintendenza. I due dipinti furono vincolati dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nel 1979 come opere di rilevante interesse per il patrimonio culturale italiano. L’atto di tutela fu proposto e gestito dalla Soprintendenza di Siena.

E si arriva al più recente dibattito. "Il tema culturale, oltre una visione strapaesana o campanilistica, è quello della giusta collocazione sul territorio nazionale - commenta il nostro sindaco -. Pur consapevoli dell’acquisizione da parte di uno dei musei più prestigiosi del mondo, gli Uffizi, la questione è la sistemazione più propria delle opere d’arte in campo nazionale per creare collegamenti e riflessioni che abbracciano l’Italia, l’Europa". In sintesi, Elia e la Madonna devono essere accolti nell’ambiente migliore dove possono convergere gli elementi capaci di attivare un indotto internazionale.

La convergenza delle realtà senesi, per il sindaco De Mossi, potrebbe essere per la nostra città una strategia vincente. "È necessaria una riflessione, anche a livello ministeriale, per ragionare sulla più corretta allocazione delle due opere, anche valutando che la collezione Spannocchi troverà una sede definitiva nel museo comunale del Santa Maria della Scala. Un rapporto più strategico con la Pinacoteca nazionale di Siena potrebbe ovviare agli ostacoli anche normativi inerenti la sistemazione delle due straordinarie opere".