di Riccardo Bruni
Tra la Fortezza e il West. Ma non solo. La mostra che fino al 24 rimarrà allestita al Bastione San Filippo è davvero un viaggio nel mondo di Alessandro Bocci, l’autore ospite di questa prima iniziativa curata dalla Scuola di fumetto e scrittura di Siena per il Comics for Kids che aprirà i battenti il 22. Dagli esordi con Lazarus Ledd per la Star Comics fino alle praterie di Tex Willer, di cui dal 2014 è autore per la Sergio Bonelli Editore. Una mostra pensata per essere l’antologia di una carriera fatta di china e fantasia, una delle tante iniziative di cui Bocci è stato protagonista, ma con una differenza non da poco: stavolta è a Siena. E questo, come racconta l’artista, che vive e lavora a Monteroni d’Arbia dove è nato, porta con sé un’emozione particolare: "Anche se si dice che nessuno è profeta in patria, la possibilità di far vedere i miei lavori nel posto in cui vivo è bello e importante. Ho iniziato a disegnare qui. Sono partito trent’anni fa da Monteroni e al tempo partire da Monteroni per fare il fumettista era un’impresa epica. Ma il disegno è sempre stato la mia passione".
Quando è diventato un mestiere?
"Quando ho avuto i primi riscontri dagli addetti ai lavori e dal pubblico. Partecipando a fiere e incontri ho capito che alla gente piaceva quello che disegnavo. Al tempo facevo due lavori, il geometra e il disegnatore, a quel punto ho deciso di lanciarmi a tempo pieno nel fumetto".
Rispetto ai tuoi esordi come sono cambiate le competenze richieste a un emergente?
"La passione è sempre l’elemento più importante. Ma l’ausilio di una struttura come una scuola è importante perché ti guida verso una struttura professionale. Quando ho iniziato io, la gavetta la facevi in uno studio editoriale, che però oggi ti seleziona solo se hai già un certo livello. E quindi oggi a quel livello ci arrivi solo con una scuola".
C’è un legame particolare tra Tex e questo scorcio di Toscana?
"Direi di sì, basta pensare che visivamente Tex lo ha creato Galep (Aurelio Galleppini, nato a Casal di Pari ndr), con il suo retaggio visivo, al quale molto hanno contribuito i paesaggi maremmani che si trovava davanti. E dopo di lui quello che ha più di tutti lo ha attualizzato è stato Giovanni Ticci, anche lui senese. Io arrivo dopo di loro, nella speranza di avere quella fortuna".
Riccardo Bruni