"Ho preso il Covid al funerale di mia madre"

Commerciante di Chianciano ancora ricoverato alle Scotte. Racconta l’incubo, i giorni con il casco, la paura di essere intubato

Crescenzo Palermo

Crescenzo Palermo

Siena, 22 marzo 2021 - «Un incubo. Anche se ho 48 anni e non ho mai avuto problemi fisici", scrive dal suo letto di ospedale alle Scotte Crescenzo Palermo. Lo conoscono tutti in Valdichiana, perché abita ad Acquaviva di Montepulciano e ha un negozio a Chianciano in viale della Libertà, il ‘ColtellaioMatto’. E’ stato lui stesso, recuperate le prime forze dopo l’odissea del Covid e con esse l’ironia che lo contraddistingue, ad annunciare il giorno della festa del papà sui social di essere ‘negativo’. "Ora finalmente sono fuori dal tunnel sto facendo riabilitazione respiratoria e sto ricamminando", racconta inviando una foto che lo mostra finalmente sorridente. Nulla a che vedere con quella di molti giorni prima quando è stato costretto al casco per la ventilazione assistita. Quando è iniziato quello che ha definito l’incubo? Ha ricostruito in che modo è avvenuto il contagio? "Al funerale di mia madre, è lì che ho preso il virus". E sua mamma è morta di Covid? "No, aveva un’altra patologia. E’ stato il 18 febbraio scorso" La situazione è precipitata subito? "Dopo una settimana a casa con la febbre altissima, l’avevo a 39,7. Hanno deciso di ricoverarmi d’urgenza all’ospedale di Siena nella preintensiva". Non è stato comunque intubato. "Erano indecisi se farlo o meno". Alla fine hanno scelto di non ricorrere a questo. "Mi era stata diagnosticata una polmonite bilaterale ed un’embolia polmonare". Non è uno scherzo... "No, tanto che i medici hanno ritenuto necessario mettermi il casco per la ventilazione, come ormai abbiamo visto tante volte in televisione". Quanto tempo è rimasto in questa condizione? "Sei giorni, lunghissimi. Senza toglierlo mai". In che modo si alimentava? "Mangiavo con la flebo, sostanzialmente. E bevevo da un buco servendomi della cannuccia, Un incubo anche se, ripeto, ho 48 anni e nessun problema fisico". A cosa si è aggrappato per superare questa fase? "Ho attinto alla mia grande forza di volontà e al pensiero per mia figlia e per mia moglie. Sono convinto che questo ha fatto sì che evitassi di essere intubato (sul suo profilo facebook, nel giorno del compleanno, il 9 marzo, la famiglia ha pubblicato un bellissimo video per fargli gli auguri sulle note di ‘Guerriero’ di Marco Mengoni, ndr )". Il personale sanitario è stato così speciale come in tanti dicono? "Infermieri, dottori e oss sono diventati per me angeli sulla terra. Persone fantastiche, molto premurose". Il Covid 19 è una brutta bestia. "Eccome, non lo auguro a nessuno. E spero che tutti stiano attenti perché il virus non guarda in faccia a niente. Spero che la mia testimonianza possa servire a sensibilizzare le persone". "Questo virus mi ha devastato", scrive su Facebook Crescenzo Palermo. "Ho fermato per un periodo la mia vita per lottare . State sul pezzo perché – promette – tornerò. Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, troppo breve per coloro che gioiscono ma per coloro che amano il tempo è eternità". "Torna presto". "Avanti così", centinaia i messaggi di vicinanza. "Sono ancora attaccato all’ossigeno", spiega sui social. Ma come testimonia la foto che ci ha mandato ieri sul suo volto è tornata la speranza.