LAURA VALDESI
Cronaca

Gioielli e soldi portati via a una coppia. Il racconto: “Ecco come siamo stati truffati"

Parla la donna senese, 74 anni, raggirata insieme al marito con la scusa dell’incidente al figlio. "Un appello: state attenti perché mi avevano detto del fenomeno ma ci sono cascata lo stesso"

Polizia stradale in azione (foto repertorio)
Polizia stradale in azione (foto repertorio)

Siena, 10 settembre 2023 – «Un appello a tutti i pensionati. Ma anche a persone più giovani: state tanto attenti perché i truffatori sono così bravi che non ce la facciamo. Me l’avevano raccontato quello che facevano, ci sono cascata lo stesso. Quando ti toccano le cose care, un figlio, il cuore si stringe. E viene la paura. I telefoni occupati, le urla, mandano in confusione".

Mettere in guardia i cittadini è il motivo che ha spinto la coppia senese derubata di denaro (circa 13mila euro in contanti) e gioielli per un valore intorno ai 10mila a raccontare la loro storia.

A lieto fine perché soldi e preziosi di famiglia sono stati recuperati dalla Polstrada di Battifolle sull’A1. Gli agenti hanno fermato una Fiat 500 diretta al sud, a bordo una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine per cui hanno approfondito.

Il quarantenne sospetto aveva nascosto negli slip gli ori mentre il denaro, arrotolato, era nascosto dentro il piantone dello sterzo della macchina. Visto che la refurtiva faceva pensare a una truffa, portato l’uomo in ufficio si sono attivati.

Fortuna ha voluto che la coppia senese, insieme al figlio, avesse fatto denuncia ai carabinieri raccontando di essere stati raggirati con la scusa dell’incidente a un familiare e che per evitare guai occorreva pagare. Grazie alla tempestività della segnalazione alle forze dell’ordine è stato più facile rintracciarli: la truffa era avvenuta verso le 10.30, il fermo che ha portato al ritrovamento alle 16.30.

"In attesa che la posizione dell’uomo nella vicenda sia chiarita, è stato denunciato per truffa e l’intera refurtiva sequestrata per essere poi restituita. Le indagini proseguono per identificare i complici", annuncia la polizia in una nota.

Signora, come si sente adesso che ha avuto la buona notizia?

"Siamo contenti, meno male. Però mi è rimasta la paura, di notte mi sveglio. Sia io che mio marito, ho 74 anni, siamo confusi. E a tratti ci mettiamo a pianger e".

Vivete a Siena?

"Sì, alle porte della città. Sono stata io a prendere la telefonata. Hanno detto che mio figlio aveva avuto un incidente, l’hanno chiamato per nome. Solo dopo ho pensato che forse l’avevano scoperto perché ha un furgone, per la professione che fa, in cui c’è scritto sopra. Ci sono proprio cascata...".

Cosa era successo.

"L’uomo si è presentato dicendo di essere un avvocato di Sinalunga. Tutto falso, ma sul momento ho ascoltato solo che mio figlio a suo dire aveva tamponato delle auto con il furgone. Sentivo tante voci, come se fosse in un luogo dove c’era agitazione. L’avvocato ha lasciato il suo numero che si è scoperto poi essere di una ditta di pulizie di un paese vicino".

Come al solito vi tenevano occupati i cellulari, sia il suo che del marito.

"Una cosa strana che lo conoscessero, non gliel’ho dato perché non lo ricordo a mente".

Poi entra in scena un maresciallo.

"Ho riferito il nome che ci ha dato ai carabinieri veri, quanto urlava! Il finto legale no ma lui sì. Ha detto che mio figlio era in caserma, cellulare e furgone sequestrati. Servivano soldi per aiutarlo. Ero scioccata da quella sequenza di eventi".

Le hanno mandato a casa un altro finto avvocato, a detta loro parente del primo ma che viveva a Siena.

"Pantaloni neri, maglia bianca, scarpe da ginnastica. Barba. Prima ha chiesto i soldi, ho consegnato una cifra che avevo messo da parte negli anni per un progetto. Poi non bastavano, è tornato a prendere gli ori, tutti di famiglia. Ancora gioielli, in ultimo di nuovo soldi. Quattro volte in tutto è venuto. Il falso maresciallo alla fine ha chiesto il bancomat: due i prelievi fatti. Metteva fretta, alle 13 bisognava portare tutto in caserma per liberare mio figlio".

Che si è presentato a pranzo.

"Ha chiamato subito i carabinieri veri, mio marito nel frattempo gli passava il maresciallo finto. ’Di che caserma sei’, gli ha chiesto. Poi sono arrivate due pattuglie dell’Arma a cui ho raccontato tutto. Quando dopo ci ha contattato la polizia ero titubante con loro. ’Signora, noi non le chiediamo nulla vogliamo solo restituire quanto le hanno rubato’. Questa volta era vero".