
L’inaugurazione dei locali del nuovo Archivio Storico della Chiocciola
C’era una bella attenzione all’inaugurazione dei locali del nuovo Archivio Storico della Contrada della Chiocciola. Il priore Marco Grandi ha esordito parlando di "momento della comunità che va oltre le esigenze della stessa Contrada", una acquisizione che arricchisce la città, come ha sottolineato con malcelato entusiasmo l’archivista Giorgio Prosperi, parlando di luogo aperto, disponibile ad incantare, istruire, informare tutti i possibili interessati.
Si entra alle stanze dell’archivio sia dal museo che da un proprio indipendente passaggio: da San Marco e dalle Sperandie. E’ una doppia interpretazione che ha anche un valore simbolico. E riguarda tutti, unisce generazioni, oltrepassa ideologie, la memoria non è solo una questione intellettuale: chi ama questi luoghi sente che è anche una questione di cuore, di pelle, di non essere mai soli in queste stanze. Destinare una parte della propria ricchezza patrimoniale all’archivio è lungimiranza che si accosta al gusto tutto senese di coltivare la propria memoria.
La Chiocciola con questa inaugurazione dimostra che la vera arte della memoria è l’attenzione. Perché magari non ripaga subito, come altre destinazioni, ma perdere il passato significa perdere il futuro.
Gli archivi di Contrada sono pieni di voci che insistono da documenti, libri e foto: perché qui ci sono (ancora) persone di cui magari non abbiamo conosciuto il viso ma di cui sentiamo ancora il cuore. Chissà quale sarà il pensiero dei chiocciolini fra cinquant’anni su questa scelta. Probabilmente daranno positivamente per scontato che queste stanze custodiscano le loro radici. Il passato non è questione di memoria ma di coscienza. Un archivio storico ha una posizione privilegiata: da qui possiamo vedere gli assenti.
Per l’occasione è stato stampato un nuovo Quaderno dell’Affogasanti. Il passaggio dalle stanze dell’economato alla futuribile funzionalità dell’Archivio Storico è descritto con i testi di Lucia Lungarella e Sonia Corsi con l’apporto di Cinzia Cardinali, direttrice dell’Archivio di Stato di Siena. "Questo giorno – afferma il priore Marco Grandi – segna il compimento di un sogno coltivato per decenni, un desiderio sentito che, finalmente trova piena realizzazione".
L’onorando ricorda "il lavoro seguito con cura e passione dagli addetti ai beni immobili: Lucia Lungarella, Claudia Betti e Moreno Rinaldi, con il contributo prezioso di Andrea Magrini ed Elisa Ravagni". Con il sentito augurio: "Che l’archivio diventi un faro per i nostri giovani!"
Sono luoghi del passato? Assolutamente no. La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. E’ un presente che non finisce mai di passare. E il futuro preme il presente perché si trasformi in memoria.
Massimo Biliorsi