REDAZIONE SIENA

Consorzio Agrario, il direttore Guerrini lascia

Il neopresidente Trabalzini: "Da oltre un mese ha presentato le sue dimissioni". Verifiche di Cia e Upa sulla legittimità del cambio al vertice

Resa dei conti all’interno del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo, dove nella giornata di mercoledì, durante la riunione del Cda, i 5 consiglieri di Coldiretti hanno sfiduciato il vicepresidente Luca Marcucci (Unione provinciale Agricoltori), nominando al vertice dell’azienda Eros Trabalzini. E mentre Cia e Upa Siena sono impegnate in una seriue di verifiche legali sulla regolarità della procedura seguita dai consiglieri di Coldiretti nella nomina del nuovo presidente, è lo stesso Trabalzini a prendere la parola: "A chiarimento notizie apparse sulla stampa locale, informo che il Cda del Consorzio Agrario è dovuto intervenire al fine di garantire il rispetto della continuità all’attività aziendale". E ancora: "Il Consorzio Agrario sta attraversando un momento delicato in quanto da oltre un mese è scomparso il compianto presidente Giuseppe Bicocchi e, malgrado i numerosi solleciti, il vicepresidente Marcucci ha abusato delle sue funzioni, opponendo più volte il suo personale rifiuto alla richiesta della maggioranza dei consiglieri di convocare l’organo amministrativo collegiale per la cooptazione di un nuovo consigliere con cui reintegrare il Cda nel numero previsto dall’assemblea del 29 giugno scorso e per l’elezione del nuovo presidente, così come previsto dallo Statuto e dal Codice Civile".

E qui Trabalzini rivela un altro pesante retroscena, che rischia di rendere ancora più complicata la situazione all’interno del Consorzio: "Il direttore Ado Guerrini da oltre un mese ha presentato al proprie dimissioni – annuncia il neopresidente –. Pertanto, in ragione dei fatti descritti, l’organo amministrativo ha dovuto adottare una procedura che giudichiamo del tutto legittima, al fine di assicurare la normale attività dell’azienda e quindi lo scambio mutualistico tra i soci, nonché il diritto dei lavoratori a preservare l’occupazione e dunque la serenità".

Al centro del braccio di ferro tra le associazioni, il piano industriale che prevede la vendita dei ’gioielli’ del Consorzio per riportare il bilancio in pareggio. In particolare, gli occhi sono puntati sulla prestigiosa sede di via Pianigiani. Per la Coldiretti, che evidenzia di "non gestire il Consorzio né altre aziende, in quanto il compito dell’associazione è esclusivamente quello di tutelare gli interessi dei propri soci", il piano industriale equivale a un "piano di liquidazione" e quindi è da respingere con forza. Il tutto, mentre sullo sfondo si staglia l’ipotesi di ingresso nei Consorzi Agrari d’Italia (Cai). Non si esclude che l’aspro braccio di ferro in corso tra le associazioni presenti nel Cda dell’azienda senese possa trasformarsi in una battaglia legale senza esclusione di colpi.

Cristina Belvedere