"Comprami l’auto o ti spezzo le gambe". Le minacce choc del figlio alla madre

Una lunga serie di maltrattamenti per una donna di Chianciano: imputato un uomo di 43 anni

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carabinieri (Foto di repertorio)

Siena, 24 gennaio 2023 - "Mamma quando ha capito che non scherzava ha lasciato Chianciano", racconta la figlia. "E’ venuta a casa mia nel febbraio 2021", aggiunge ricostruendo una serie di episodi di cui è stato protagonista il fratello, 43 anni, ora imputato di maltrattamenti nei confronti della madre di 71 anni, parte civile nel processo. E’ assistita dall’avvocato Alessandro Buonasera. Una vita che non è più tale, quella emerse dalle testimonianze dell’accusa, sostenuta da Alberto Bancalà.

"Vai, vendi la casa e mi ricompri la macchina sennò ti spezzo le gambe", le avrebbe detto. "Siccome la tua vita rovina la mia vi levo (di mezzo, ndr) tu e tua figlia", ancora le frasi che avrebbe rivolto alla donna. A cui sono arrivati video con il figlio che impugnava armi. I messaggi a volte giungevano a raffica sul cellulare, poi s’interrompevano e riprendeva un altro sciame. "Quando ci fu la denuncia cessarono", spiega la figlia. Che era stata costretta a bloccare il telefono del fratello.

"Mi mandava foto orripilanti di cadaveri o porno, anche sue con delle donne", aggiunge. Mentre a dei cugini nel Nord Italia era stato inviato un piccolo video di una pistola, non si capiva se giocattolo, messa accanto ad un crocifisso. "Si riconosceva la casa di mio padre", le parole della donna sollecitata dal pm. E quando la madre era ritornata a Chianciano, nell’ottobre scorso lei aveva incrociato in paese il fratello in motorino, segnalandolo ai carabinieri. Il 43enne, infatti, difeso dall’avvocato Michele Del Giusto, ha il divieto di avvicinamento alla madre. E vive in un comune diverso. Emerge un contesto nel quale tutti erano preoccupati per l’incolumità dell’anziana.

C’è poi la testimonianza choc di un amico di lunga data dell’imputato, così si definisce. "Per me è sempre stato come un fratello da quando lavoravo a Chianciano in un hotel", spiega. Era stato lui però, chiarisce, a telefonare alla madre quando il 43enne si sarebbe – il condizionale è d’obbligo – spinto oltre nelle affermazioni. "Conferma quanto dichiarò ai carabinieri di Lamporecchio che la sentirono nel 2021?", chiede il pm Bancalà. Facendo riferimento alla conversazione telefonica nella quale l’amico gli riferì di aver provocato la morte del padre anni prima mentre era in terapia intensiva, attaccato alle macchine salvavita. Il testimone conferma quanto detto all’Arma. "Ha problemi di alcol – aggiunge (anche se la difesa nega tale circostanza, ndr), avevo trovato anche una comunità ma lo chiamarono per un intervento chirurgico e non se ne fece più nulla". La prossima udienza l’imputato racconterà la sua verità.