
Sara Epis, docente Università di Milano
"Il nostro studio ha documentato per la prima volta la presenza stabile di Leptoconops noei nelle aree interne della Toscana, un ambiente considerato fino ad ora ’atipico’ per questa specie, ampliandone significativamente l’areale noto e dimostrando la loro capacità di colonizzare nuovi habitat, inclusa la città di Siena", rivela la professoressa Sara Epis, docente di Parassitologia e Malattie parassitarie presso l’Università degli Studi di Milano. Al centro della ricerca condotta sul campo sono quegli insetti comunemente noti come ’serafiche’, piccoli moscerini pungitori della famiglia Ceratopogonidae. Sono ematofagi e possono provocare punture dolorose in uomini e animali, causando reazioni allergiche e disagio e sono molto diffusi nelle aree costiere toscane.
"Da alcuni anni lavoro con il Parco della Maremma e di recente è stato pubblicato lo studio su National Library of Medicine - prosegue la docente milanese –. Da alcuni anni è iniziata la collaborazione con il professor Emanuele Montomoli di Igiene pubblica e il professor Francesco Frati, entomologo, entrambi dell’Università di Siena, per estendere i campionamenti nell’area senese. E così abbiamo fatto, a partire dal 2022, arrivando all’evidenza che anche in queste zone interne le ’serafiche’ sono presenti stabilmente: lo sono in alcuni comuni, da Casole d’Elsa a Poggibonsi e Colle, ma anche nei dintorni della città di Siena, in zone agricole e nelle vicinanze di stalle. Lo studio è condotto a campione in diversi siti, con raccolta manuale".
Questo risultato evidenzia un potenziale rischio di disturbo per residenti e turisti anche in zone che non avevano mai registrato segnalazioni di questi insetti. In un contesto di cambiamenti climatici e trasformazioni ambientali, la capacità di adattamento di questi moscerini richiede un’attenzione crescente da parte delle autorità sanitarie e ambientali, al fine di prevenire disagi alla popolazione e tutelare la fruibilità delle aree naturali e ricreative. "Le serafiche pungono e risultano estremamente fastidiose - ancora Sara Epis –, nei soggetti sensibili provocano manifestazioni cutanee che permangono anche settimane, con anche necessità di ricorrere ad antibiotici. E l’uso dei normali repellenti per insetti non funziona. Il prossimo passaggio scientifico sarà verificare il possibile ruolo vettoriale o meno, come trasportatori e trasmettitori di patogeni".
Paola Tomassoni