Chiusi e Acquaviva. Addio a due edicole

Abbassano la saracinesca due esercizi storici punto di riferimento per le rispettive comunità.

Chiusi e Acquaviva. Addio a due edicole

Chiusi e Acquaviva. Addio a due edicole

Non sono mai belle notizie. Quando succedono, un attimo dopo, il territorio si sente più povero. Pochi giorni fa hanno chiuso due edicole storiche in Valdichiana: una a Chiusi Scalo, in via Leonardo da Vinci, l’altra ad Acquaviva, in via Fratelli Braschi, attività che era anche tabaccheria. Due punti di riferimento che con il tempo hanno visto, intorno a loro, imprese (ma anche servizi) chiudere. Perché nei paesi è così, non è necessariamente qualcosa di legato ad un prodotto particolare. Prendiamo Acquaviva: la sera non c’è un bar dove prendere un caffè e restare a "veglia", manca una filiale di banca da un po’. Da Claudio, dove oltre ai giornali e le sigarette si potevano trovare tante altre cose, compreso tentare la fortuna ad un gioco, era un ritrovo fisso per molti. E anche da Chiusi non mancano i commenti di dispiacere per la perdita del negozio e perché Daniele, l’edicolante, faceva ormai parte della storia della città. Entrambi, si dice, si godranno la meritata pensione. Chiusi Scalo, un tempo riferimento per lo shopping (si trovavano dischi e videogiochi per i giovani, prodotti di ogni tipo per la quotidianità) negli anni ha perso negozi anche se resiste meglio di altre parti. Ma non è più quella di prima. In Valdichiana, da Montepulciano a Torrita, ci sono state edicole che hanno chiuso negli ultimi anni, alcune duravano da tempo: non avevano solo i giornali ma anche giocattoli, cartoleria, articoli da regalo. Vero, la lettura non "tira" più come una volta. Ma soprattutto sembra che questo mestiere, che ha il suo fascino, non attiri più i giovani: si lavora il weekend, le ore sono tante, la sveglia è all’alba, fattori che, tra l’altro, alimentano la carenza di posti di lavoro pure in altri settori. Per trovare un giornale, la domenica, in alcuni zone è necessario fare i chilometri. Ma la speranza è l’ultima a morire e chissà che la parola fine non sia scritta in modo indelebile.

Luca Stefanucci