
Chiude definitivamente la bottega di vicinato, salumeria di lavorazione fatta in casa, con il banco e i vecchi scaffali di legno della famiglia Rossi
Chiuso uno spicchio di storia, di memoria e di vita di ogni giorno della San Gimignano che non c’è più. Lo storico bandone oramai tirato giù, creato dai fabbri con la lamiera ondulata di colore grigiastro, ricorda la bottega di vicinato, salumeria di lavorazione fatta in casa, con il banco e i vecchi scaffali di legno della famiglia Rossi. Nonno Ido passò l’attività ai figli Antonio e Filomena nel secolo scorso fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tutto iniziò nel 1855. Ecco, quel bandone dopo essere stato tirato giù e su ogni giorno per 170 anni tondi, ha salutato per l’ultima volta San Gimignano. Tirato giù dall’ultimo pizzicagnolo e alimentarista Italo Masini, poeta e scrittore delle torri, che dopo aver lottato a denti stretti per tirare avanti, alla fine ha dovuto dire basta. Chiuso. E così è stato. Fine di un’epoca nella piazzetta dedicata al grande statista e viaggiatore di San Gimignano Filippo Buonaccorsi detto il ’Callimaco Espediente’. Purtroppo le botteghe di vicinato sono quasi a mezzo servizio fra turismo e poco più dentro le mura perché il mercato alimentare viaggia su altre strade. Fine di una storia di vita, di cultura e di lavoro artigianale e di orgoglio. La lavorazione del maiale nel retrobottega della storica famiglia Rossi è rimasto solo nella memoria e nel passaparola nel rione di piazzetta quandi i tanti ragazzi dicevano: "Stasera tutti dal Rossi per fare cena, c’è il buristo caldo". La salumeria del 1855, dicono nel rione, sarà riconvertita a sala di accoglienza e di ristoro del vicino bar-ristorante ’Magnino’ in piazzetta Buonaccorsi. Quella preziosa insegna del 1855 in legno, dipinta di rosso, dopo 170 anni che fine farà? Almeno quel pezzo da museo lasciamolo dove è, per ricordare l’antica San Gimignano.
Romano Francardelli