
di Cristina Belvedere
Pare lontana anni-luce la data del 9 gennaio, indicata per la riunione del tavolo dove siederanno civici e partiti di centrodestra in vista delle prossime amministrative. In realtà, per i veterani della politica questo è un termine che consente di arrivare appena in tempo a indicare il futuro candidato a sindaco della coalizione. Ma sarebbe fantascienza pensare che già il 9 gennaio possa essere ufficializzato un nome, perché prima c’è da stabilire il metodo.
E qui iniziano i problemi. Al tavolo si affronteranno infatti due scuole di pensiero contrapposte: quella dei partiti politici e quella della componente civica. La triade formata da Lega, Forza Italia e da Fratelli d’Italia (che dopo la vittoria alle Politiche ora detta la linea) vorrebbe un candidato a sindaco civico in grado di rappresentare perfettamente i partiti, dando loro spazio e voce. I civici invece puntano a un candidato civico, che però riesca a smarcarsi dai partiti, in modo da conquistare anche i voti di una parte dell’elettorato tradizionalmente e storicamente orientato a sinistra. Accanto a SiAmo Siena, che vede in prima linea Leonardo Tafani, Federico Minghi e Maria Concetta Raponi, ci sono i giovani di GeneSi, capitanati da Elisa Romei. Tuttavia gli occhi sono puntati soprattutto sulle mosse dell’assessore Paolo Benini, che con Siena Futura starebbe creando una lista gradita anche a Marco Paglialunga e David Chiti, presidente del Centro commerciale naturale.
Le tre liste civiche puntano a ottenere il 12-15% di preferenze: se i partiti di centrodestra arrivassero insieme al 18-20%, la coalizione avrebbe il 32-35%. Ma per una vittoria di ampio respiro in caso di ballottaggio, si ritiene necessario che il futuro candidato a sindaco della coalizione riesca ad attrarre, come detto, almeno il 5% dei voti dell’elettorato di centrosinistra, situazione questa che non potrebbe presentarsi nel caso il candidato del centrodestra fosse eccessivamente vincolato ai partiti. Di qui le frizioni in arrivo sul tavolo del 9 gennaio: difficile pensare che i partiti, con FdI in testa, rinuncino al ruolo di kingmaker per lasciare libertà di manovra ai civici. Altrettanto complicato per i civici convincere i partiti a fare un passo indietro per attingere al bacino elettorale di una sinistra in difficoltà. C’è poi la ’terza via’ proposta dal presidente del Consiglio comunale Marco Falorni: allearsi con chi è già in pista come il civico Fabio Pacciani. Il quadro è ingarbugliato e la partita è tutta da giocare.