
Ecco Carlo Fini in uno scatto anni Settanta di Augusto Mattioli. Per la sua parabola artistica e umana qualcuno userebbe l’espressione "intellettuale prestato alla politica". Preferisco aggiungere, come in una storia a lieto fine, che la stessa politica ci ha per fortuna poi rilasciato dopo una parentesi non da poco.
Carlo Fini: scrittore, poeta, giornalista e amministratore. Uno dei pochi che ha adoperato al meglio l’ispirazione per farne una ragione sociale, un modus vivendi. Nei suoi voli sopra a Siena ha saputo interpretare al meglio la sua filosofia vitale: direttore del Nuovo Corriere Senese, ma anche di trasgressioni intellettuali come per la rivista "Quaderni", consulente di Case Editrici. Chi non ricorda la bella e "post sessantottina" esperienza di Barbablù. Fini critico letterario, il crocevia fra Luzi, Masini, Cesarini, Campana, Lolini e altre belle compagnie di anni fertili. E poi lo speciale rapporto con Franco Fortini, quel nodo di emozioni che è il volume "Per Franco Fortini" del 1980, con le "Memorie per dopo domani" e "La poesia ad alta voce". Cittadino del mondo ed istriciaiolo, due poli solo apparentemente opposti, con tutta l’ironia per il Numero Unico "L’Anazione", con un falso manoscritto carducciano che fece storia.
Presidente della Biblioteca Comunale, da lui un rilancio che ancora ci portiamo dietro, per il sottoscritto è stato un grande, se non il più geniale se sono mai consentite classifiche, assessore alla cultura del Comune di Siena, quello che produsse e comprese ad esempio la grandezza al tempo del Teatro dell’Elfo con l’indimenticato e indimenticabile "Le mille e una notte" del dicembre del 1977 con la regia di un giovanissimo Gabriele Salvatores e quel magnifico gruppo di attori che rispondevano ai nomi di Ferdinando Bruni, Antonio Catania, Cristina Crippa e Elio De Capitani, quelli che animarono l’onda lunga della Milano migliore del tempo fino al Sogno di una notte d’estate con le musiche di Mauro Pagani. Quando produrre significava fare della creatività un albero piantato a perenne memoria.
Carlo Fini: guardando anche con fare critico ad anni non sempre facili da ricordare, possiamo dire che le menti creative riescono a sopravvivere anche ai peggiori sistemi educativi. Insomma, un uomo che si sarebbe sempre contraddistinto con il sorriso ad ogni tempesta della storia.
Massimo Biliorsi