
Come è stato sottolineato in occasione della consegna ai sindaci della Valdichiana Senese del dossier con cui l’area si candida a Capitale Italiana della Cultura 2026, ci sono linee di indirizzo del progetto già pronte per essere adottate dall’Unione dei Comuni, indipendentemente dall’esito del concorso, utili per l’elaborazione di piani strategici in campo culturale. "Tra queste - spiega Filippo Del Corno, direttore del lavoro preparatorio - c’è la creazione di una Consulta dei Comuni, organo permanente formato dai dieci Assessori alla Cultura, che avrebbe il compito di programmare le attività sul territorio e di dar loro una prospettiva organica. Un collegio simile ha già iniziato a lavorare per l’elaborazione del dossier, è, come si intuisce, a costo zero, e andrebbe solo istituzionalizzato. La Capitale della Cultura dovrebbe affrontare il tema delle concomitanze e delle sovrapposizioni tra eventi, per sviluppare una visione integrata e sistemica delle attività sul territorio - prosegue Del Corno -, ma potrebbe comunque farlo la Consulta dei Comuni, sempre senza limitare la creatività e la capacità organizzativa dei singoli soggetti". Altro tema di grande interesse, quello della sostenibilità economica del progetto: "Se saremo ammessi ai dieci finalisti – anticipa Del Corno – evidenzieremo nell’audizione al Ministero della Cultura l’importanza degli oltre 500.000 euro che i dieci Comuni già stanziano per le attività e che sarebbero confermati per il 2026: si tratta di un autentico investimento, di una rilevante capacità di spesa che mostra come la cultura sia già considerata un asset strategico verso il cittadino. I 6 milioni di budget previsti dal nostro piano sarebbero destinati ai nuovi progetti e alle iniziative che, senza l’investitura, non avrebbero invece luogo".
Diego Mancuso