
Fra i nomi che hanno illustrato Siena quelli di Marsili, Rossi e Betti. Per la ’civica riconoscenza’ una rosa ampia. Si pensa anche a Verdone.
di Laura Valdesi
SIENA
Magistrato, priori riuniti ieri sera per trovare le candidature per il Premio Mangia e per le medaglie di civica riconoscenza che saranno consegnate il 15 agosto. Oggi si conosceranno i nomi che gli onorandi porteranno all’approvazione prima del Concistoro ristretto e quindi anche a quello allargato.
Già lo scorso anno, come si ricorderà, c’erano stati rumors sul nome del giornalista Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia, ondaiolo, come pure del giovane campione del mondo di pattinaggio su strada Duccio Marsili del Valdimontone.
Un paio le medaglie di civica riconoscenza che potrebbero venire espresse dal mondo delle Contrade. Non mancano i profili di alto livello. Basta pensare a Luca Verdone, 71 anni, un nome che non ha bisogno di presentazione. Da sempre legato a Siena e alla sua Selva, è regista, figlio di Mario Verdone e fratello dell’attore Carlo e della produttrice Silvia. "Era un’idea che avevo da tempo, raccontare la vita di mio padre fatta di grandi incontri e di appassionate ricerche. Da storico dell’arte e da critico e docente cinematografico. Con lui si parla di futurismo, di poesia, di cinema e anche di Siena e ovviamente di Selva!", aveva detto nell’ottobre scorso quando il suo docufilm sul padre venne presentato al Festival di Roma. Fra i nomi di alto profilo che meritano un riconoscimento anche quello dell’atleta paralimpico di scherma, argento in Francia nel settembre scorso, il nicchiaiolo Matteo Betti. Un campione ma anche un uomo impegnato nel sociale, nell’educazione al rispetto della disabilità, nel sostenere altri giovani che come lui si affacciano al mondo della scherma in carrozzina. Una sensibilità naturale, innata, che gli è valsa la nomina di ambasciatore paralimpico. Potrebbe invece arrivare dall’Arcidiocesi la segnalazione di un profilo tanto caro alla sanità senese, quello di Marina Bossini. Mitica caposala delle Scotte, 80 anni, ormai in pensione, ha continuato però a dedicarsi agli altri che hanno bisogno, facendo dell’umiltà e della concretezza le sue ’cifre’. E’ pilastro nell’Acos, l’Associazione cattolica operatori sanitari. Ipotesi. Tutte valide. Ma ce ne potrebbero anche essere altre.