Burco, il rettore Morelli: "Bandiera a lutto per Brio, scelta di cuore"

"Dispiace aver perso il fantino, protagonista del Palio, ma soprattutto l'uomo Andrea"

Il Bruco ha messo la bandiera a lutto (foto Di Pietro)

Il Bruco ha messo la bandiera a lutto (foto Di Pietro)

Siena, 19 maggio 2021 - "La Contrada è a lutto perché ha perso una persona cara. Non essendoci casi analoghi precedenti, il cuore ha prevalso sulle menti che, confesso, in queste ore sono poco lucide», spiega il rettore del Bruco Gianni Morelli che ha fatto esporre la bandiera a lutto nel rione anche se Brio non era protettore di via del Comune. La voce roca tradisce le poche ore di sonno e la stanchezza del dolore. «Non so dire se è giusto o sbagliato, i puristi magari avranno da ridire ma la nostra – ripete – è stata una scelta di cuore come avrebbe fatto Andrea. Ce lo siamo detti mille volte che eravamo simili a lui, per noi un vanto». Descrive la Contrada «scioccata e attonita». E aggiunge: «Dispiace aver perso non solo il fantino quanto l’uomo Andrea. Il Bruco con lui ha condiviso qualcosa di ancora più importante della vittoria, ossia il rapporto umano. Anche in un periodo così tremendo per via della pandemia ci siamo cercati e ritrovati a conferma che esisteva con lui un grande feeling». Chiaro il segno lasciato da Brio nella Festa: «Ho sposato da subito l’idea delle ’nozze’ del Bruco con il fantino – prosegue il rettore Gianni Morelli –, Andrea era un grande professionista ma anche la sua personalità era unica. Colgo l’occasione per esprimere la vicinanza dei brucaioli alla moglie e alla famiglia, persone squisite».  «La perdita di Andrea è gravissima per l’amicizia che offriva con simpatia e altruismo su un piatto d’argento, per il suo modo tradizionale e tutto da senese verace di essere non solo un fantino ma un grande fantino come non ne rivedremo molti», il saluto di Riccardo Pagni, ex capitano vittorioso del Bruco nel 1996 con Cianchino. «Coerente nel perseguire una strada difficile sin da ragazzino – prosegue – seppure avesse avuto cento mezzi ed occasioni per fare altro, è stato pieno di coraggio e spregiudicatezza nel mettersi in gioco e nel riuscirci con successo e affetto di tutti. E’ stato un grande amico della città, un emblema di attaccamento alle nostre tradizioni, un esempio di rispetto e amore per il genere umano. Possiamo solo ringraziarlo per quello che ci ha dato e che ci darà ancora con la sua storia. Voglio pensare che oggi corra nelle praterie del Paradiso»