Siena in lacrime per l’ultima corsa di Brio. Il feretro in piazza del Campo: mai successo

L’addio ad Andrea Mari, il fantino morto in un incidente stradale lunedì a Bolgheri. Fiori da tutta Italia, i funerali oggi alle 10

Il carro funebre di Andrea Mari ha fatto il giro d’onore in piazza del Campo a Siena

Il carro funebre di Andrea Mari ha fatto il giro d’onore in piazza del Campo a Siena

Siena, 22 maggio 2021 - Hanno chiuso gli occhi tanti senesi ieri al calar della sera. E quando la bara di Andrea Mari è uscita dal Cortile del Podestà del Comune, è stato come veder spuntare a cavallo il fantino, nel Palio detto Brio.

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Come se avesse preso il nerbo, preparandosi all’ennesima battaglia sul tufo, alzandolo quale promessa al popolo che avrebbe messo il cuore per vincere. Il carro funebre con la bara di Mari, che lunedì si è schiantato con la Porsche nel viale dei cipressi di Bolgheri, fra gli applausi mentre la movida si fermava, ha iniziato così l’ultimo giro nella sua amata Piazza fermandosi anche alla mossa, dove partono i cavalli. Ancora applausi, quando il feretro è entrato nella basilica di Provenzano dove oggi alle 10 si svolgono i funerali. 

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Omaggio che Siena ha tributato a chi ha scritto il nome sei volte nell’albo d’oro del Palio, facendosi volere bene per quel suo essere guascone intelligente. Scomparso troppo presto, Brio, aveva 43 anni. E in modo drammatico. «In genere trovo sempre le parole, oggi mica tanto», ammette commosso il sindaco Luigi De Mossi che ha voluto la camera ardente nel luogo simbolo della Festa. «Un evento eccezionale per una disgrazia eccezionale», aggiunge De Mossi che alle 14,30 ha atteso davanti al Comune l’arrivo della salma da Piombino, dove era stata eseguita l’autopsia.

Il silenzio della commozione ha accolto il ritorno a casa di Mari, insieme alla moglie e ai genitori, alla sorella del fantino ormai senza lacrime per il dolore. C’erano gli amici più cari, anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, i capitani delle Contrade per cui aveva vinto e anche quelli che aveva fatto soffrire con i suoi successi. Perché ieri a rendere omaggio al guerriero un po’ folle e generoso, c’erano tutte e 17 le Contrade. Unite in un dolore che non aveva colori di giubbetti ma quello della balzana, lo stemma di Siena. Di cui Brio era figlio vittorioso. In migliaia, in maniera disciplinata rispettando le restrizioni del Covid – «una lezione per gli altri fuori Siena», rivendica De Mossi –, hanno detto addio al fantino mentre su due schermi scorrevano i suoi Palii vinti.

Fiori da ogni parte d’Italia, dirigenze sono giunte da Asti e da Legnano. C’era Bartolo Ambrosione, campione dell’equitazione azzurra e già 15 volte mossiere del Palio. «Quando entrava fra i canapi mi rivolgeva sempre un sorriso bellissimo», lo ricorda emozionato facendo scorrere lo sguardo sul nerbo del fantino appoggiato sulla bara. Ma ieri c’erano soprattutto tanti senesi. Batteva in Piazza il cuore di un’intera città per quel giovane uomo che lunedì, con lo schianto fatale al volante della Porsche di uno degli amici più cari, ha sorpreso tutti. Per l’ennesima volta.