
"Abbiamo bisogno del ponte, non di un nuovo gassificatore". Enzo Rotellini presidente della Pro Loco di Gallina è stato lapidario giovedì sera nell’introduzione fatta in avvio dell’assemblea pubblica convocata nella sede della Pro Loco di Castiglione con i cittadini per dire no al un nuovo impianto di biomasse che dovrebbe essere realizzato da una nuova società che ha acquistato in sede di asta presso il tribunale di Siena, l’impianto di gassificazione fatto nel 2008 da Toscana Cereali e Sorgenia Sin gas mai partito a pieno regime e chiuso per il fallimento delle due società.
Accanto a Rotellini il sindaco di Castiglione, Claudio Galletti che si è detto molto preoccupato per questa vicenda di cui non esistono più le finalità con cui era nata venendo meno i criteri di oggettiva utilità di ricadute e benefici per l’intera comunità civile ed imprenditoriale della zona. Lo stesso sindaco Galletti che ha denunciato l’assenza di comunicazioni dei nuovi proprietari del sito al Comune: l’impianto è fermo da più di 10 anni o meglio mai avviato in produzione se non per qualche prova sperimentale e lasciato inabbandono dopo il fallimento.
Il progetto sulla carta avrebbe dovuto produrre energia e calore dall’utilizzo della paglia trasformata attraverso il sistema di pirolisi che è un processo di decomposizione termochimica ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante. La comunità locale - come ha ricordato il sindaco Galletti - sarebbe stata parte integrante del progetto autorizzato dall’allora Provincia e dalla giunta comunale con la prospettiva di un coinvolgimento degli agricoltori della zona che avrebbero conferito la paglia utile per la produzione di energia elettrica. Dopo il duplice fallimento e la vendita di parte del materiale ancora presente all’interno dei capannoni che si trovano lungo la Cassia, la vicenda ha avuto una nuova svolta con la segnalazione da parte di alcuni cittadini della frazione di attività sorte intorno alla centrale dismessa.
Segnalazioni raccolte dal sindaco Galletti che in più occasioni si è presentato sul luogo parlando con i nuovi proprietari non avendo però sufficienti chiarimenti su quanto essi intendessero fare e realizzare. E da quanto ha riferito Galletti durante l’assemblea pubblica la nuova proprietà intenderebbe realizzare un impianto di bruciatura di materiali di scarto del sottobosco per la produzione di combustibile. Un’ipotesi che ha scatenato la reazione della popolazione e della stessa amministrazione: insieme hanno detto no in virtù delle varie priorità di salvaguardia ambientale e sanitaria che vede la Valdoorcia patrimonio Unesco.
Giuseppe Serafini