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"Bianchi, le dichiarazioni hanno pesato sull’arresto Mi aveva autorizzato lui ad andare in società"

L’ex general manager della Mens Sana basket Minucci ha concluso ieri la testimonianza. "Mai presi 2 milioni di euro, era tutto falso"

di Laura Valdesi

SIENA

Lui quei due milioni di euro non li ha mai presi. Nè se li è messi in tasca. Insomma, non si è arricchito grazie alla Mens Sana Basket, sebbene "nella conferenza stampa dopo il mio arresto fui presentato come colui che aveva distolto quel denaro dalle casse della Società. Una cifra calcolata per difetto, distruggendo la mia immagine professionale agli occhi dei senesi e dell’intero mondo del basket. Prima di avere riscontro dell’accusa, che cadrà infatti con la conclusione delle indagini", rivendica Ferdinando Minucci, ex gm della fallita Mens Sana basket. Che ha concluso ieri la sua deposizione fiume, iniziata il 26 novembre scorso. Parole nelle quali ha tratteggiato le campagne diffamatorie seguite, "anche con adesivi dove venivo raffigurato come il ‘padrino’ di cui è stata tappezzata la città per anni". Che non ha preso denaro per sé lo ribadisce anche nell’incipit dell’ ora e mezzo necessaria per concludere l’udienza davanti al collegio Mosti. ‘Può dire al tribunale come sono andati veramente i fatti con il liquidatore Egidio Bianchi rispetto all’autorizzazione scritta avuta per entrare negli uffici’, l’assist dell’avvocato Valeria Meloni. "Gli comunicai che rinunciavo al mio mandato e agli emolumenti non riscossi in precedenza, non come ha detto dal primo marzo, cosa ovvia visto che lasciavo l’incarico. Era fondamentale, disse, per il bene della società poter utilizzare la mia esperienza e professionalità per reperire nuovi sponsor. Vista la sua inesperienza, chmi chiese informazioni su come svolgere l’attività sportiva e istituzionale poiché ero presidente della Lega in pectore. ‘Mai avrebbe potuto sedersi nella mia stanza, disse ancora Bianchi, con alle spalle tutti quei trofei vinti, quello era il mio posto, nessuno diverso da me l’avrebbe mai occupato’. Dopo alcuni giorni gli detti la mia disponibilità, a titolo gratuito. E siccome chiese la presenza in sede decidemmo di regolare per iscritto l’autorizzazione all’accesso per evitare fraintendimenti. Sono stati tutti verbalizzati gli ingressi da chi mi pedinava: lì c’era sempre il liquidatore". Non cambia il tono di voce quando dice di essere "convinto che se non avesse avuto in mano quel documento scritto il tribunale del riesame mi avrebbe lasciato ai domiciliari; basta leggere la sua ordinanza per capire che senza l’autorizzazione l’unica esigenza cautelare per confermare la misura sarebbero state le dichiarazioni di Bianchi. Non avevo motivo per restare in sede, l’ho fatto per spirito di servizio. Perché questo comportamento da parte del liquidatore? Non posso fare illazioni. Bianchi da direttore sportivo diventa consulente strategico della Lega, ruolo mai esistito e poi, dopo pochi mesi, addirittura presidente".

Una lunga parte della testimonianza viene dedicata alla ricostruzione di quando nasce la sponsorizzazione diretta, da parte della Banca Mps, della Mens Sana Basket. "Negli anni 1999-2000, all’epoca del sindaco Piccini – racconta Minucci-; il mio punto di riferimento era Stefano Bellaveglia, il direttore generale Divo Gronchi". A dimostrazione che il rapporto era con chi ricopriva un determinato ruolo nei vari anni e non con le persone. L’ex gm svolge al contempo un lungo excursus di come è entrato nella società, ai tempi di Ciupi, quando prese il 25%. "Non sono stato solo un manager ma anche proprietario in periodi di grandi difficoltà, investendo lì tutti i miei risparmi", spiega. In un passaggio smentisce di aver fatto pressioni per ottenere la carica di presidente della Lega Europea allo scopo di trasferire la sua residenza in Lussemburgo sottraendosi alle sue responsabilità, a differenza di quanto ipotizzavano gli investigatori. "Non si è mai parlato di un simile incarico, la Lega Europea non esiste. E la Lega Basket italiana ha sempre avuto sede a Bologna", rilancia. Ribadendo ancora una volta, sollecitato dai suoi avvocati, di aver dato il consenso ad effettuare rogatorie internazionali quando si adombrava l’ipotesi di capitali in Svizzera. "Perché andai via dalla Mens Sana? Sindaco di Siena, presidente della Polisportiva Ricci e della Società biancoverde Lazzeroni mi chiesero di farlo"