"Non era un’aspirante jihadista", assolta giovane della Val d’Arbia

Condannato invece il giovane con cui si è unita in moschea a 3 anni e 8 mesi con rito abbreviato

Un'aula di tribunale (foto Ansa)

Un'aula di tribunale (foto Ansa)

Siena, 19 marzo 2024 – Giovanissimi. Entrambi avevano sposato la causa della Jihad, secondo i carabinieri del Ros che nel giugno 2022 fecero un blitz in provincia di Trento e In Val d’Arbia. Lui, 22 anni, viveva infatti al nord nonostante si fosse ’unito’ in moschea con la ragazza albanese, 20 anni ancora da compiere. Sarebbe stato il giovane a tirare dentro la ragazza che era innamorata di lui e che, secondo la procura, l’avrebbe sostenuto nel suo proposito, rendendosi addirittura pronta al martirio in nome dell’organizzazione terroristica, il ’Daesh’. Ieri al tribunale di Trento il gup Gianmarco Giuia ha condannato con rito abbreviato il 22enne, difeso dall’avvocato Marcello Paiar, a 3 anni ed 8 mesi, oltre al pagamento delle spese processuali e a quanto era stato sequestrato. Il reato è stato riqualificato. La pena è relativa sia all’accusa di aver detenuto sostanze che servivano a fabbricare materiale esplodente che a quella di aver aderito alla causa della jihad. Il pm Davide Ognibene della distrettuale antimafia e antiterrorismo aveva chiesto per lui 6 anni. Mentre per la sua giovane sposa, che vive nella nostra provincia, l’assoluzione da quest’ultima accusa – aver partecipato all’associazione internazionale con fini terroristici, lo stato islamico appunto – e la condanna a 4 anni, sempre con rito abbreviato, per il materiale pericoloso. Il gup l’ha assolta da entrambi i reati "per non aver commesso il fatto". Serviranno 90 giorni per le motivazioni, vista la complessità del caso. "Sono soddisfatto perché il giudice ha riconosciuto l’estraneità della mia assistita rispetto a qualunque ipotesi criminosa".

I due ragazzi si era conosciuti sui social e uniti in moschea. Apparentemente irreprensibile sul lavoro, si era in realtà radicalizzato all’estremismo islamico iniziando sul web e finendo per arruolare anche la sua fidanzata, sostenevano i carabinieri del Ros. Fra le contestazioni mosse al giovane il fatto che aveva iniziato ad addestrarsi imparando a maneggiare gli esplosivi e ad usarli. Di più: aveva preso e messo da parte sostanze pericolose che gli avrebbero consentito di sabotare e di compiere atti di terrorismo. Anche se poi non era entrato mai in azione.