
Argentini d’oltremare alla Chigiana. I suoni di Girotto e Abbracciante
Note argentine, per chiudere la rassegna ‘Tradire: le radici della musica’, che nell’edizione di quest’anno ha assunto il titolo ‘Accanto’. Nel salone dei concerti della Chigiana, oggi alle 21 racconteranno e suoneranno Javier Girotto (sax soprano, flauto quena) e Vince Abbracciante (fisarmonica) per il concerto ‘Argentini d’Oltremare’. Ma prima della musica, alle 20.30 la consueta degustazione di vini curata da Mansalto. Ospiti dell’ultima conversazione di questa rassegna con musica dal vivo, condotta da Stefano Jacoviello alla scoperta di musiche e linguaggi diversi ma vicini, due musicisti davvero straordinari.
Javier Girotto, sassofonista argentino e residente in Italia, è noto al grande pubblico per i suoi dieci dischi con la formazione Aires Tango e le collaborazioni con tutti i più grandi nomi del panorama jazz italiano ed europeo; Vince Abbracciante, fisarmonicista italiano, è attivo fra Italia e latino America, commistione di culture che emerge prepotentemente nelle sonorità della sua musica.
"Gli Italiani – spiegano dalla Chigiana – sono un popolo di santi, poeti e navigatori. Ma anche di emigranti, che hanno portato con sé pochi oggetti e molti ricordi da far tornare utili una volta approdati dall’altra parte dell’Atlantico. Laggiù le loro fisarmoniche, insieme ai fiati da banda e alle voci per cantare arie e romanze, hanno incontrato gli strumenti e le musiche e di altri migranti europei, insieme ai ritmi degli schiavi africani che avevano già da prima incrociato il loro senso del tempo con quello degli indios e dei preti che gli avevano insegnato a pregare cantando".
Sulle orme di Piazzolla, ma anche nell’ombra di Troilo, Pugliese, D’Arienzo, sulle rime delle nenie liguri e piemontesi, sicule e campane, toscane e pugliesi, a confronto con il sentire della contemporaneità, musicisti argentini d’oltremare hanno incontrato italiani che riproponevano l’eredità delle tradizioni e il legame con la terra da cui provenivano.
"Quelle musiche hanno viaggiato avanti e indietro per l’Atlantico – spiegano i curatori dell’iniziativa – per tutto un secolo e, durante il percorso, sono cresciute fra i loro suoni passioni sempre più vivide e profonde, che oggi fanno capolino ogni volta che sentiamo scandire il passo del tango".
Riccardo Bruni