
La protesta dei lavoratori
"Necessario fare rete con Regione, Provincia e tutti i comuni coinvolti, obiettivo resti dialogo trasparente con l’azienda a tutela dei lavoratori". Le parole del sindaco Nicoletta Fabio sulla vertenza Beko sono di speranza ma c’è comunque forte preoccupazione per il futuro fi trecento famiglie. "A seguito del tavolo di ieri (giovedì, ndr), registro alcuni segnali di apertura – dice il sindaco – su un inizio di dialogo costruttivo. Nessun piano sarà adottato senza il coinvolgimento diretto delle istituzioni, ma ora è necessario fare rete. Stamattina ho ricevuto una lettera a firma dei vertici di Beko Europe che dichiarano la volontà di collaborare con le istituzioni nazionali, regionali e locali al fine di tracciare un percorso trasparente che tenga in considerazione il rispetto delle persone coinvolte. L’obiettivo è far adottare all’azienda misure a protezione del lavoro, salvaguardando la dignità e l’operatività dei lavoratori". Poi Fabio lancia l’appello agli altri amministratori: "Oltre all’appello lanciato al Governo e all’azienda – conclude Fabio – vorrei però rivolgermi alla Regione, alla Provincia e a tutti i comuni coinvolti dalle conseguenze del futuro piano industriale di Beko, ricordando che è certamente mio compito tenere le fila sul territorio ma che su trecento lavoratori, centoventinove sono residenti nel Comune di Siena, i restanti centosettantuno in altri Comuni a noi limitrofi. Ebbene credo sia necessario, proprio per questo fare rete tutti insieme, per cercare di individuare una strategia condivisa che prescinda dalla delusione delle mancate risposte".
Interviene anche il consigliere del presidente Giani per ler crisi aziendali Valerio Fabiani: "Se ci sono investimenti e un progetto se ne può ragionare insieme. Se fossimo invece di fronte ad un’operazione di tipo speculativo, visto che incorporando Whirlpool con la nascita di Beko Europe, mentre il gruppo turco si accaparrava nuove importanti porzioni di mercato la prima mossa è stata quella di chiudere gli stabilimenti prima in Polonia e poi in Gran Bretagna, allora non ci stiamo e faremo di tutto per non consentirlo". A Roma era attesa la presentazione del piano industriale e un confronto nel merito. "Ma non c’è stata – dice ancora Fabiani – e per la seconda volta è stata rappresentata solo la fotografia della realtà, senza alcuna proposta, iniziativa e idea da parte della società per il futuro". Tutto rimandando ad un ulteriore confronto in cui il Governo metterà al tavolo solo azienda e parti sociali.
Il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi parla di un fallimento ampiamente annunciato. "Da mesi chiedevamo al governo Meloni di intervenire per salvaguardare gli stabilimenti italiani – attacca Fossi –; dal ministro Urso però, a seguito delle nostre interrogazioni parlamentari, abbiamo sempre ricevuto vaghe promesse e timide rassicurazioni nonostante, soprattutto per quanto riguarda il sito di Siena, si registrassero cali di produzione e aumento della cassa integrazione". E chiude: "Mentre i sindacati aspettavano da tempo il piano industriale per rilanciare le attività - aggiunge -, la proprietà ha annunciato la ventilata chiusura di alcuni stabilimenti, tra cui proprio quello di Siena che conta 300 addetti. L’unica certezza, ancora una volta, è l’inconsistenza e l’indifferenza di questo governo verso le multinazionali e la mancanza di politiche industriali. Nei prossimi giorni mi recherò a Siena per incontrare i lavoratori ed i sindacati e per concordare le iniziative utili a salvaguardare la presenza del sito produttivo".